Ok alle Olimpiadi 2026 in Italia. Barbaro: mancano le risorse allo sport di base

6 Mag 2020 17:30 - di Redazione
Olimpiadi (2)

Olimpiadi, è un sì. Con 225 voti favorevoli e un solo astenuto il Senato ha approvato il decreto legge per l’organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2026 Milano-Cortina e delle finali di tennis Atp di Torino 2021-2025. Il provvedimento, già licenziato dalla Camera, è quindi convertito in legge ed entra in vigore definitivamente.

Barbaro: sì alle Olimpiadi, ma si poteva fare di più

“Diciamo si alla legge olimpica, ma non nascondiamo un certo rammarico nel constatare che la maggioranza ha perso l’occasione per dare maggiore rappresentanza e risorse allo sport di base”. Lo ha detto in aula a Palazzo Madama il senatore della Lega Claudio Barbaro. “Sorprende il no ai nostri emendamenti che avrebbero sanato questo vulnus. Avremmo inserito un rappresentante nel consiglio olimpico, avremmo garantito una rappresentanza allo sport di base, al quale sarebbero stati assegnati anche parte degli utili della manifestazione. Continueremo a batterci per tutto questo. La Lega vuole dare la giusta dignità e nuovo protagonismo a chi dalla mattina alla sera eroga, in assenza dello Stato, tutti i servizi che avvengono in campo sportivo”.

Salvini: i grandi eventi aiutano lo sport di base

Al senatore Claudio Barbaro e Presidente di Asi, Associazioni Sportive e Sociali Italiane, risponde Matteo Salvini: “L’idea che i grandi eventi – Olimpiadi comprese – contribuiscano a finanziare lo sport di base, educativamente fondamentale, mi trova pienamente d’accordo. Lo sport – e l’economia che genera – è in uno stato di crisi. Il concetto stesso di sport, così come inteso fino ad oggi, è in forte pericolo. Per l’assenza di provvedimenti chiari ed efficaci, da parte del Governo, in questo periodo emergenziale. Le discipline che attirano maggiori investimenti e i grandi eventi devono partecipare al sostentamento della pratica di base. Cioè quella che contribuisce a formare i campioni del futuro.

Sport, serve una rivoluzione culturale

E lo Sport di Base, oggi, è in grave pericolo a causa dell’emergenza protrattasi e per i provvedimenti insufficienti del Governo. Anche molti degli impianti sportivi rischiano la chiusura. Oggi serve una vera e propria rivoluzione culturale. Lo sport cosiddetto di base è praticato da venti milioni di italiani è un presidio per la salute e il benessere. Ove fosse abbandonato al suo destino e non considerato prezioso e complementare allo sport professionistico, arrecheremmo un danno incalcolabile non solo a un comparto virtuoso. Che muove anche quasi il 2% del Pil, 4 considerando l’indotto, ma anche allo stesso sport di vertice che, senza una rete di formazione ampia come quella presente nel nostro Paese, sarebbe fortemente depauperato”.

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