Notte d’inferno per la Azzolina tra liti e annunci di dimissioni. Ma alla fine sul Dl scuola si arrende a Conte e Pd

25 Mag 2020 10:56 - di Ginevra Sorrentino
La ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina arriva in auto a palazzo Chigi per vertice di maggioranza con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul dl scuola a Roma foto Ansa

Notte infernale per la Azzolina. Ed era proprio quella prima degli esami. O meglio, dell’esame sul Dl scuola. Un incubo lungo due mesi e mezzo, quello della ministra della Pubblica Istruzione, culminato nel convulso vertice notturno appena chiuso con una “fatidica” intesa nella maggioranza sul dl scuola. A quanto riferiscono fonti della maggioranza, il nodo sui concorsi dei docenti si sarebbe risolto con una mediazione che prevede a “settembre assunzioni a tempo determinato da graduatorie provinciali, contestualmente concorso con prova scritta selettiva e non più crocette”. Tutto risolto allora? Ma neanche per sogno… O meglio, per incubo.

Dl scuola, la notte da incubo della Azzolina

Leggendo tra le righe, insomma. E senza fare nemmeno un grande sforzo esegetico o interpretativo, la Azzolina incassa il colpo. Non riesce a reagire. Tanto che al termine di quello che si è rivelato essere il summit bis convocato da Palazzo Chigi, il premier Conte trova la quadra: O meglio, quella che è stata prontamente definita una «sintesi comune per quanto riguarda i concorsi dei precari». Ma, come diceva il buon Totò, «è la somma che fa il totale»: E questo risultato faticosamente ottenuto nottetempo, soddisferà davvero la ministra grillina? L’incognita resta indecifrata. Intanto, però, il premier si dice contento e soddisfatto per la conclusione di una battaglia estenuante e lunga, conclusasi con la resa della Azzolina su posizioni e alle richieste avanzate da Pd e Leu. Tanto è vero che, a questo punto, Andrea Marcucci e Peppe De Cristofaro (i rispettivi capogruppo al Senato e sottosegretario) promuovono come più che soddisfacente la sintesi  dell’avvocato.

Ed è resa all’intesa che accontenta Conte e il Pd

E così, riferiscono fonti di palazzo Chigi in merito all’intesa, «soddisfazione da parte del Presidente del Consiglio. La sua proposta è stata accolta dalla maggioranza sul concorso straordinario per i docenti». Dunque, «resta la prova selettiva in entrata per l’assunzione di 32.000 insegnanti. Si terrà dopo l’estate – spiegano le stessi fonti – e sarà in forma scritta. Con consegna di un elaborato. Senza il quiz a risposta chiusa. Una soluzione – evidenziano gli addetti al lavoro sull’accordo fino a stanotte – che permette di combattere il precariato garantendo la meritocrazia». Tutti i dettagli dell’accordo saranno annunciati e argomentati oggi. Nel frattempo, però, Partito democratico e Liberi e uguali si dichiarano pronti a riformulare l’emendamento al Senato che chiedeva assunzioni «per anzianità di servizio e titoli personali».

Rumors di corridoio su liti e annunci di dimissioni

Tutto rientrato allora? Ma neanche per sogno, come anticipavamo in apertura. Quella appena trascorsa per la Azzolina è stata una notte da incubo. Funestata da tensioni e litigi. battibecchi e recriminazioni reciproche tra i contendenti. Tanto che, nella sua ricostruzione degli eventi governativi, La Repubblica  parla di ore di riflessione, nel corso delle quali, rilancia anche il sito de Il Giornale, la ministra «sarebbe addirittura arrivata a minacciare le dimissioni. Tuttavia l’ipotesi di lasciare l’incarico è stata scartata per poi arrendersi alla linea del presidente del Consiglio».

Conte lo aveva detto: «Non possiamo spaccarci sulla scuola»…

D’altro canto nelle ultime settimane il presidente del Consiglio ha ripetuto forte e chiaro un messaggio ai suoi ministri in carica: «Non possiamo spaccarci sulla scuola». E così è stato. Ora, però, la Azzolina chiamata all’accettazione del compromesso mastica amaro. E preme sui tempi. L’ultima parola, almeno, spetta a lei, che conclude: Occorre lavorare rapidamente, insieme al Parlamento, per tradurre la misura in una norma da introdurre nel decreto scuola».

Commenti

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  • MarioMariaMario 29 Maggio 2020

    E’ incredibile la pochezza in cui e’ sprofondata l’Italia. Abbiamo una banda di inetti improvvisati, gentaglia che non solo non ha esperienza di governo ma nemmeno lavorativa. Miracolati frutto del sogno, ora incubo, del M5s. Meritiamo una classe dirigente di livello in questi momenti non questa patetica armata Brancaleone.

  • Ferreri Ferdinando 28 Maggio 2020

    Partorito l’obbrobrio della legge sul concorso straordinario dei docenti precari. Avrebbe fatto bene a dimettersi, perché’ incapace di avere una visione della situazione della drammatica carenza di organico dei docenti che si aggiunge ad un precariato storico che aumenta annualmente, con oltre centomila precari con oltre 5 anni di servizio e aggravato dalla crisi della pandemia, che ha costretto alla chiusura della scuola fino a settembre. Ha confuso i criteri del concorso straordinario per la stabilizzazione dei docenti, con i criteri selettivi meritocratici propri di un concorso ordinario, senza tener conto del punteggio dei titoli di servizio nel punteggio di 7/10 della prova scritta. Di fatto licenzia , dopo averli assunti a settembre per un altro anno, oltre 50 mila docenti che con la sola valutazione della prova scritta, non supereranno i 7/10 di punteggio. Alla mancanza di visione di insieme e di una soluzione concreta della problematica , che un Ministro dovrebbe saper dimostrare, si aggiunge l’impreparazione politica costituzionale e legislativa che dovrebbe dimostrare di possedere. Normalmente l’umiltà’ e la consapevolezza avrebbe dovuto suggerire alla Ministra Azzolina, di saper almeno copiare, quello che Renzi ha fatto con la legge della “buona scuola” 3 anni fa per l’assunzione dei docenti precari in servizio con il “cosiddetto concorsone”, attraverso una prova di simulazione di una lezione davanti ad una commissione e valutazione di titoli di servizio, ha stabilizzato in ruolo oltre 50 mila precari con una graduatoria ad esaurimento. La legge Azzolina in iter approvativo, invece e’ una legge “una tantum”, non prevede ne’ una graduatoria ad esaurimento e ne’ la possibilità’ per i docenti con oltre 3 anni di anzianità’ che non supera la valutazione di 7/10 di poter accedere al corso di abilitazione per essere inserito nella 2^ fascia, perché’ il concorso non prevede, se non a posteriori, di annoverare la valutazione dei titoli di servizio e culturali, nella valutazione finale per il raggiungimento dei 7/10 necessari per il superamento del concorso.

  • fabio dominicini 26 Maggio 2020

    Ma le diversità di indirizzo ed opinione della Ministra erano dettate da motivazioni strutturali e tecniche oppure da esigenze personal-partitiche ?

  • Marco 25 Maggio 2020

    Questi inetti irresponsabili e opportunisti spicci non si smentiscono mai!
    Che pena provo per il ns povero paese…