Mes, Meloni: «La trappola per topi si fa più raffinata». Salvini: «È una strada pericolosa»

9 Mag 2020 9:33 - di Fulvio Carro
Mes

Sul Mes netta la posizione di Giorgia Meloni. «Ricordo a me stessa, e non solo», afferma, «che il Mes è un trattato internazionale, non un programma della Ue. E che quindi non basta una lettera di Gentiloni o un vago impegno politico per cambiarlo». La situazione è delicata, non si possono accettare i facili entusiasmi di piddini e renziani sull’esito dell’Eurogruppo. Bisogna chiarire tutti gli aspetti.

Mes, Giorgia Meloni all’attacco

«Quando e se il trattato verrà cambiato, ipotesi per la quale serve l’unanimità degli Stati membri dell’eurozona, valuteremo il nuovo trattato. Ma finora non è accaduto», aggiunge senza mezzi termini la Meloni. «Il trattato in vigore prevede delle condizioni molto rigide per chi accede al fondo salva stati».

Il punto cruciale, la sorveglianza rafforzata

Tocca quindi il punto cruciale «Le condizioni come la sorveglianza rafforzata infatti ci saranno, come si evince chiaramente dalle parole del commissario europeo Gentiloni e non solo. La trappola per topi si sta facendo più raffinata, ma temo rimanga una trappola per topi», conclude la leader di Fratelli d’Italia.

La rabbia del popolo del web

Valanga di commenti sulla pagina facebook della Meloni, con condivisioni a raffica. «Il mes è il finale annunciato. L’8 maggio 2020 dovrà purtroppo essere ricordato come la resa dell’Italia al volere della Germania e nell’anticamera della troika», scrive, tra gli altri, Lorenzo C. «Ma io mi domando», scrive Danilo P. «perché questo governo vuole il male degli italiani…? Perché dobbiamo rischiare di finire come la Grecia?».

Mes, la presa di posizione di Salvini

Dura anche la presa di posizione di Matteo Salvini. «Il Mes non è un regalo, sono soldi dati in prestito, da restituire a precise condizioni scelte a Bruxelles e non in Italia. La Lega (insieme a tanti economisti italiani) continua a ritenere quella del Mes una strada pericolosa e priva di certezze»

La controproposta

«L’emissione straordinaria di Buoni del Tesoro “Orgoglio Italiano” (garantiti come dovuto dalla BCE) per un importo anche maggiore», incalza il leader della Lega, «non avrebbe per l’Italia nessun rischio né condizione».

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