L’indignometro/ L’Inail condanna a morte le aziende: le sue linee guida vanno buttate al macero

14 Mag 2020 12:47 - di Maurizio Gasparri
inail

Tra le tante proposte fantascientifiche che leggiamo in questi giorni, scritte evidentemente da chi non conosce gli argomenti di cui parla, annoveriamo quella dell’Inail. Insieme all’illuminato ma mai illuminante Istituito superiore di sanità, l’Inail, senza consultare le categorie, ha elaborato una serie di linee guida per la riapertura. Si tratta certamente di indicazioni o, se vogliamo, suggerimenti che sono stati consegnati al governo, il quale dovrà definitivamente esprimersi e dare indicazioni chiare, attraverso precisi protocolli, a tutti gli esercizi se vorranno riaprire.

Le linee guida dell’Inail condannano a morte le aziende

Per ora la diabolica coppia si è concentrata su due settori, imprese balneari e ristorazione, ma i criteri di sicurezza individuati sono letteralmente assurdi. Una vera e propria follia. Tra un ombrellone e l’altro, ad esempio, sarebbe prevista una distanza di 5 metri – sia in orizzontale che in verticale! – il che significherebbe la chiusura, se non la morte, per centinaia di aziende. In più, tra le altre assurdità, ciascuno stabilimento dovrà dotarsi di un bagnino al quale dovrà fare uno specifico corso per apprendere nuove tecniche di rianimazione visto che, ad esempio, la respirazione bocca a bocca non si potrà più fare. Né va meglio nei ristoranti: quattro metri lo spazio “vitale” indicato per ogni cliente; almeno due metri tra un tavolo e l’altro; oltre un metro e mezzo tra commensali dello stesso tavolo. Delirante!

Riscrivere tutto consultando le categorie

Quello che indigna e che non capiamo è perché dall’inizio dell’emergenza sentiamo parlare di distanza cautelativa di un metro, anche in ambienti chiusi come mezzi pubblici o supermercati, e invece l’Inail oggi abbia deciso di uccidere il turismo e l’economia italiana dettando regole anche per ambienti aperti come le spiagge. È giusto tutelare la salute dei cittadini, ma è evidente che le direttive dell’Inail sono un cumulo di misure vessatorie che vanno ignorate e subito cancellate. Ci auguriamo che il governo faccia carta straccia di questo studio ed elabori quanto prima, con l’apporto delle associazioni di categoria, delle linee guida che consentano l’immediata riapertura dei negozi, dei bar, dei ristoranti, degli stabilimenti senza restrizioni persecutorie. Non bastano i costi che le aziende dovranno sostenere per la sanificazione degli spazi comuni e l’adeguamento alle direttive. Con queste linee guida si condannano a morte le imprese e si uccide l’economia.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Afdero 14 Maggio 2020

    C’è la volontà di distruggere le piccole e medie imprese italiane per poi ottenere il controllo e svendere tutto agli stranieri