“Io, uomo di destra, difendo Silvia Romano da attacchi e insulti”

15 Mag 2020 14:17 - di Redazione

Beppe Mambretti, cinquantacinque anni lecchese, da sempre è uno di quelli che la fiamma l’han difesa e alimentata con passione fin da quando indossava i pantaloni alla zuava. Oggi Mambrettiè il Presidente de “La Carovana del Sorriso”, associazione benefica che si occupa di cooperazione internazionale che a Mabilloni, in Tanzania, ha creato il Carovana charity Village, un luogo dove più di trenta orfani studiano e crescono in sicurezza a pochi passi dalla steppa Masai.

“Appartengo a una destra che ha sempre avuto il culto della solidarietà, in questa situazione ci sono parecchie colpe da attribuire e forse un solo merito. Inutile dire che le colpe sono quelle del Governo Conte che da questa vicenda voleva solo trarre vantaggio mediatico nell’opinione pubblica e per questo ha esposto una povera ragazza a un circo mediatico non indifferente; in un modo deliberato affinché per qualche giorno passassero in secondo piano i ritardi nell’emanazione di quei provvedimenti economici tanto attesi dal mondo produttivo”.

Ritiene veramente che ci sia stata malafede da parte delle autorità italiane? “Basta vedere il protocollo cerimoniale con cui è stata accolta, c’era il presidente del Consiglio il Ministro degli esteri e una schiera di telecamere non indifferente. Non credo si possano fare delle accuse, ed è qui che sta l’unico merito della vicenda, a una ragazza che comunque è andata in Africa a fare del bene e del volontariato e non credo nemmeno che le colpe vadano addossate ai genitori; noi oggi non riusciamo a bloccare i nostri figli quando escono il sabato sera, figuriamoci se i genitori di questa cooperante potessero avere la forza di bloccare chi, a tutti gli effetti, andava ad applicare quello che da anni la Destra in Italia sostiene: “aiutare gli africani a casa loro”.

Silvia Romano però è tornata in Italia con la cosiddetta “Tenda verde”. Partiamo dal presupposto che Silvia Romano fortunatamente è tornata in Italia sana e salva, purtroppo però l’abito che indossava al momento del suo sbarco è un simbolo di oppressione su tante donne somale, è un simbolo di violenza di quella parte di estremismo islamico che compra i bambini alle famiglie povere per farne dei terroristi. Questo suo gesto non fa male solo a lei perché le ha scatenato contro molti giudizi negativi sui social ma fa male a tutti noi perché questo è un affronto al valore della libertà, un valore che sicuramente lei stessa sa quanto sia prezioso.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Giuseppe Forconi 26 Maggio 2020

    Mr. Luciano, perfetto non fa una piega. Aggiungerei che la Farnesina emetta un bando ben chiaro… Uomo avvisato mezzo salvato….se poi vai, per favore non bussare non ci siamo.

  • Ben Frank 16 Maggio 2020

    Uomo di destra (vabbe’)? Ma che cacchio stai a dire? “Aiutare gli africani a casa loro” non si fa mandando scemette con la testa piena di segatura mondialista e ignare di tutto, capaci solo di farsi trombare a raffica dai belofigos! In Africa, e specialmente in Kenia, vi sono università di buon livello, che sfornano specialisti a migliaia, non vi sono solo cammellieri analfabeti e terroristi, i quali vengono comunque in Italia a farsi mantenere. Francia, Inghilterrae, in parte, anche la Germania sono piene di ingegneri africani, che potrebbero lavorare nei loro paesi. Uomo di destra, si, lo era pure Fini…

  • Luciano Leone 16 Maggio 2020

    Gent.mo Direttore,
    ci si può rallegrare che Silvia Romano sia viva e possa riabbracciare i suoi familiari. Tuttavia si pongono almeno due problemi: 1) I cittadini Italiani, che si recano in regioni indicate “a rischio” dalla Farnesina e dal buon senso comune e vengono rapiti, sono responsabili della loro imprudenza, che viene peraltro pagata dai contribuenti a suon di riscatti. Questi riscatti costituiscono un lucroso bancomat per i rapitori. 2) Se Silvia divenuta Aisha Romano è tanto entusiasta dell’islam, perché non è rimasta laggiù con i suoi cari amici islamici? Se invece è vittima di una Sindrome di Stoccolma, dovrebbe evitare esternazioni sui “social” ed essere affidata a cure mediche. Proporrei inoltre che le comunità islamiche in Italia rimborsino riscatto ed altri oneri allo Stato.
    Grazie. Cordiali saluti
    Luciano Leone

  • Vincenzo Marotta 16 Maggio 2020

    Per questo la reazione di tanti italiani è legittima. Sono tantissime le persone buone che da qui partono e vanno ad aiutare in casa loro chi ne ha bisogno e tanti restano martiri sconosciuti alla “corretta informazione” che invece si mobilita in pompa magna per imporre il politically correct dei governanti abusivi che fanno passerella sfruttando persone come Silvia e i tanti deportati clandestini, resi funzionali ai loro giochi di potere.

  • luca Latini 15 Maggio 2020

    Tu stai alla Destra come io hai capelli, infatti sono calvo!!