Insulti in tv tra Scanzi e Cappellini: «Firmetta moscia». «Sei il cicisbeo di Travaglio»

18 Mag 2020 16:22 - di Alberto Consoli
Scanzi

Andrea Scanzi ha il potere di mandare in bestia chiunque. Anche l’altrimenti pacato giornalista di Repubblica, Stefano Cappellini, che pure è una persona dialogante e sobria. Andrea Scanzi pensa di essere il re del giornalismo, maestro di stile,  misura di tutte le cose, di tutte le firme. Innervosisce anche Cappellini, che risponde per le rime. E che rime….

Volendo prendere di mira la nuova Repubblica a guida Maurizio Molinari, Scanzi dall’insulto facile non perde occasione per offendere i colleghi giornalisti. Inizia così la sua invettiva: “Anche Gad Lerner lascia Repubblica – scrive Scanzi su Facebook -, dopo il passaggio di proprietà alla holding controllata dalla famiglia Agnelli. (…)”. Poi prende la mira: la “nuova”Repubblica di Molinari tifa per il governo inciucio, organizza baracconate alla “Coppa Cobram” Fantozzi, fa scrivere in prima pagina Cappellini (una firmetta moscia che avremmo bocciato anche nel giornale universitario) e intervista i morti (“il portavoce di al-Shabaab”)”.

La risposta di Cappellini

Insomma, i grandi si misurano dalla capacità di duellare di fioretto con i loro avversari. Scanzi si crede un padreterno, ma non lo è. Infierire su un collega -non è la prima volta- per riaffermare una presunta superiorità, è il suo pane quotidiano. Ed è solitamente il modus operandi di chi ha grandi complessi. L’attacco è impietoso, immotivato, fatto a freddo. Becero e infantile. Per questo, chiamato in causa, Cappellini ha preso ben bene la mira a sua volta. E le ha suonate a Scanzi annichilendolo. “Guarda tu se mi devo prendere gli insulti d’un minus come Andrea Scanzi, cane da guardia del potere (“Difetto di Conte?  È sincero”); che sa di politica come io di astrofisica, cicisbeo di Travaglio, uno la cui idea di scrittura brillante è ‘se Tizio è bravo, Cicciolina è vergine'”, cinguetta Stefano Cappellini con altrettanta “cattiveria”.

Una sintesi perfetta, non c’è che dire, quella del giornalista di “Repubblica”. Che coglie nel segno dello stile giornalistico e televisivo di Scanzi, con iperboli roboanti ma vuote di analisi serie. Uno che preferisce la fase “clownesca” alla sobrietà. 

Un vizio stigmatizzato da tutti coloro che si sono per sventura trovati  al suo cospetto. La giornalista  Sandra Petrignani rilevò su twitter tempo fa le sue doti di  arroganza, supponenza, maleducazione ,odio verso tutti , prepotenza: “Da lui si impara sempre qualcosa in cafonaggine”.

Commenti

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  • antonio barba 19 Maggio 2020

    invitate la replica ? o cappellini parla a lo specchio mentre piange ?

  • Nicola 18 Maggio 2020

    Ah ah ah… critica ai toni di Scanzi perché non e’ possibile rispondere nel merito delle cose che dice! Secondo voi perché qui c’e’ un solo commento?!