Ilaria Capua riaccende il confronto: «Attenti, l’aria condizionata può veicolare il coronavirus»
Passeremo l’estate senza aria condizionata? Uno dei temi più dibattuti circa le prossime settimane del coronavirus in Italia è quello di come può essere veicolato. O meglio, se può essere veicolato anche dai sistemi di condizionamento. E sul tema, interpellata da Giovanni Floris a DiMartedì su La7, è intervenuta la virologa Ilaria Capua, nella consueta finestra di domande e risposte che tiene nella trasmissione.
Aria condizionata e Covid, parla Ilaria Capua
«I centri commerciali sono quelli che preoccupano di più: è per l’aria condizionata?». La risposta di Ilaria Capua è chiara: «Invito a fare una riflessione. Ogni anno succede che i centri commerciali diventino un rifugio per gli anziani che non hanno l’aria condizionata a casa. Sarebbe opportuno che si riflettesse su cosa può succedere quest’estate se dovesse arrivare un momento di grande caldo, perché sappiamo che l’aria condizionata può veicolare il virus». La virologa poi aggiunge: «Sono convinta che sia un virus naturale. Se è stato un virus fatto in laboratorio, di sicuro si scoprirà. Se questa è la verità, salta tutto. Saltano gli accordi internazionali. Se è un virus sviluppato con quell’intenzione, non so che mondo avremo. Io lo escludo comunque».
Pareri discordi
A lanciare l’allarme del rischio contagio attraverso il sistema di condizionamento è stato un articolo pubblicato sulla rivista americana Emerging Infectious Diseases. Ma non tutti sono d’accordo. Ospite della trasmissione Agorà su Raitre, Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha dato una spiegazione diversa. «È stato ipotizzato che l’aria condizionata possa aerosolizzare il virus e trasmetterlo a distanza, non è assolutamente provato», ha chiarito l’esperto. «Il titolo era un po’ fuorviante. Ma dopo si è visto che si trattava di due famiglie che stavano in tavoli vicini. Distanti più di un metro, con aria condizionata che era fatta da vento sostanzialmente. E quindi spostava le goccioline di saliva un po’ a distanza, in un ambiente chiuso». Ha parlato di un caso eccezionale Giovanni Rezza: «Non è stato quello a trasmettere il virus. Perché il virus si trasmette per i contatti abbastanza ravvicinati».