Ecco perché il “bonus monopattino” è un regalo da 120 milioni alla Cina

22 Mag 2020 14:57 - di Valter Delle Donne

Lo hanno ribattezzato “bonus monopattino”, ma potrebbero benissimo chiamarlo “bonus cinese”. Il motivo è presto detto. Quanti di questi soldi andranno alle industrie italiane? Poco o niente. Chi farà la parte del leone (o meglio della tigre)? La Cina.

Partiamo dai numeri: il governo ha stanziato ben 120 milioni di euro per il cosiddetto bonus mobilità. Uno stanziamento notevole, raffrontato con le scarse risorse indirizzate ai disabili e alle famiglie. 

Il bonus monopattino può coprire fino al 60% del prezzo del mezzo acquistato e comunque fino ad un tetto massimo di 500 euro. Discorso a parte merita l’effettiva utilità del bonus. Attraversare città come Roma, Napoli, Milano o Palermo in monopattino è un’esperienza da Avventure del mondo, più che da pendolare. Un acquisto che può rivelarsi, insomma, più come un giocattolo che come mezzo per proteggere l’ambiente.

Vediamo, intanto, quali mezzi si possono comprare: biciclette, bici a pedalata assistita, monopattini, segway
monowheel, hoverboard. I mezzi devono essere acquistati dal 4 maggio 2020 ed entro il 31 dicembre 2020.  Tranne che per le biciclette, il resto dei mezzi vede il monopolio assoluto della Cina.

Non ci credete? Andate su un sito specializzato. Scoprirete che i modelli che vanno per la maggiore sono prodotti da Xiaomi (che detiene il 39% della quota del mercato italiano) e dal colosso Segway, fondata da un americano, ma diventata cinese nel 2009. Su questo articolo del Sole 24 ore vengono citati cinque modelli che vanno per la maggiore. Quattro sono Made in China, il quinto è formalmente italiano, ma anch’esso è prodotto in Cina.

Bonus monopattino, la protesta di Confindustria

Ci sono produttori italiani? Apparentemente sì. Nilox, Nito e Vivobike si presentano infatti come marchi Made in Italy. Ma, a onor del vero, curano solo progettazione e distribuzione. Infatti, la produzione effettiva dei monopattini elettrici avviene in Cina. In Italia non esiste un impianto di produzione dei monopattini sia per gli enormi costi fiscali, sia per gli enormi costi derivanti dalla spedizione delle materie prime proprio dalla Cina.

Confindustria ha protestato proprio perché non c’è stata nessuna agevolazione per motorini e moto. A essere maliziosi la risposta c’è. In quel settore, Pechino non è competitiva. 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Sergio Cervellin 26 Maggio 2020

    È inutile che ci lamentiamo di un popolo come i cinesi ,che sono lavoratori,siamo noi cittadini che abbiamo spostato tutto in Cina a discapito della ns produzione italiana….e ancora continuamo a farlo!!!!quando dico noi dico governi che continuano a sponsorizzare il tutto!!!i ns governanti si devono solo vergognare,manica di incapaci e faziosi!!!

  • claudia 24 Maggio 2020

    Non solo hanno creato e sparso il virus ovunque, non solo hanno massacrato la nostra economia ma gli diamo la medaglia comprando i loro prodotti. Non compriamo nulla e non andiamo piu neanche dai negozi o ristoranti dei cinesi. Isoliamoli!

  • Ivano Sabbioni 23 Maggio 2020

    Io penso che in Italia, a parte gli adolescenti, la maggior parte delle persone che richiederà il bonus si orienterà sull’acquisto di biciclette a pedalata assistita. Quindi non condivido l’allarmismo.

  • Giovanni 23 Maggio 2020

    OK una buona ( bustina ) ,non dico l’altra parola sembra ripugnante, cadrà in bocca al p.te di confindustria,e tutta sarà regolarmente messo a tacere. (queste cose così funzionano…..no? )