I medici: «Non datevi alla pazza gioia, il virus c’è e potrebbe colpire duro». Rischi in autunno

18 Mag 2020 8:27 - di Liliana Giobbi
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«Non possiamo certo darci alla pazza gioia, di questa malattia non conosciamo ancora quasi nulla. Forse il caldo ci aiuterà un po’ ma il timore è che perlomeno in autunno i contagi possano riprendere». Così all’Adnkronos il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli. Che invita a «stare attenti non solo oggi, ma anche fra qualche mese. Bisogna continuare a rispettare le misure di distanziamento sociale, per essere sempre preparati a una possibile seconda ondata» di Covid-19.

I medici avvertono: non siamo a contagi zero

«I medici», dice, «sono sempre prudenti, soprattutto in una fase come questa. Nulla deve essere dato per scontato. Attualmente la diffusione dell’epidemia si concentra nelle regioni del Nord che conosciamo. In quelle del Centro e del Sud la situazione a livello di numeri è buona. Ma il virus c’è, perché giornalmente vengono comunque segnalati dei casi, dunque non siamo a contagi zero».

Misure da rispettare

«Ci vuole prudenza»,  ribadisce il presidente dei medici Fnomceo. «È necessario che le misure di distanziamento sociale vengano rigorosamente rispettate. Anche nel consentire spostamenti fra regioni si dovranno ponderare bene le decisioni sulla base dei dati epidemiologici».

Vedere gli effetti della riapertura

«Dobbiamo vedere cosa succederà nei prossimi giorni», evidenzia. «Non perché si voglia una strategia attendista. Ma perché bisogna capire dalla prossima settimana in poi gli effetti di questa graduale apertura. Se la curva continuerà a calare significa che una tenuta del sistema può esserci. Ma gli ultimi non erano proprio così limpidi e lasciavano perplessità su cosa possa succedere ancora».

I medici insistono: ci vuole equilibrio

«A oggi», precisa a nome dei medici, «la situazione è ottimale con molti negozi ancora chiusi, i ristoranti e i bar attivi solo per il take away. Circola pochissima gente, ma è anche vero che è complesso mantenere chiuse tutte queste attività commerciali per tanto tempo: devono anche loro lavorare per vivere. C’è una necessità forte di equilibrio fra le esigenze di salute e quelle economico-sociali. Se i dati tenderanno a scendere, una riapertura più ampia sarà possibile, tenendo conto anche dei messaggi che le istituzioni stanno inviando con utili campagne ad hoc e spot televisivi che ricordano quali sono le precauzioni da prendere».

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