Gli stabilimenti balneari sul piede di guerra: «Per noi nessuna certezza». FI a Conte: «Devi ascoltarli»
Gli stabilimenti balneari sono sul piede di guerra contro il governo. La fase 2 è partita e l’estate bussa alle porte. Ma gli operatori non hanno ancora avuto nessuna indicazione da parte di Conte. E così oltre 350 stabilimenti della Versilia, l’80% delle attività presenti sulle spiagge marine, oggi sono rimasti aperti, senza alcun cliente all’interno, per protestare contro la mancata apertura. A presidiare le spiagge da Viareggio a Forte dei Marmi, passando per Lido di Camaiore e Marina di Pietrasanta, si è presentato un rappresentante di ogni stabilimento balneare. Un flash mob simbolico in cui ogni operatore è rimasto a presidiare la battigia vuota con la tipica maglietta da salvataggio, il salvagente e la mascherina.
La protesta degli stabilimenti balneari
A spiegare i motivi della protesta Marco Daddio, presidente dell’associazione balneari di Lido di Camaiore. «Manca ancora una data per la ripresa delle nostre attività e soprattutto non ci sono i protocolli di azione per garantirne la sicurezza. Non ci sono indicazioni certe di alcun genere. Questa estrema incertezza sta trasformando la pandemia sanitaria in una vera e propria emergenza sociale ed economica». Dalla Versilia a Fiumicino la situazione non cambia. Il sindaco di Fiumicino Esterino Montino si è fatto portavoce del malcontento degli operatori: sulla fase due “c’è un certo fermento per alcune categorie, come i ristoratori e i balneari. Abbiamo 23 km di costa, con 113 tra stabilimenti balneari e chioschi quindi è chiaro che c’è un pezzo grande dell’economia del comune che scalpita e attende risposte. La situazione è abbastanza preoccupante».
Lospinuso (FI) scrive a Conte
Sulla vicenda è intervenuto Pietro Lospinuso, dirigente regionale di Forza Italia in Puglia. L’esponente azzurro ha scritto una lettera a Conte «perché prenda effettivamente a cuore le sorti di migliaia di operatori turistici titolari di concessioni di stabilimenti balneari. Siamo tutti d’accordo che l’Italia deve ripartire. Concordiamo tutti che, con le dovute garanzie, riparta anche il settore turistico, in tutte le sue espressioni. Tra le varie componenti di questo importante settore c’è quello degli stabilimenti balneari. I cui titolari avrebbero voluto e vorrebbero riaprire, con le cautele e garanzie dovute, ma hanno bisogno di avere regole e tempi certi».
«Sono in uno stato di precarietà e succubi della burocrazia»
Lospinuso incalza: «Provi ad ascoltarli, vivono in uno stato di assoluta precarietà, di incertezze dei tempi di autorizzazioni. Sono succubi delle forme più esasperate di tutte le burocrazie. È stato più facile ricostruire il nuovo ponte a Genova che chiedere la riapertura di uno stabilimento balneare. Perda cinque minuti del suo preziosissimo tempo, provi ad ascoltarli».