Follia a Latina: bicchiere rotto e forbici in mano, senegalese minaccia clienti di un bar e agenti. Poi la fuga…
Una furia scatenata quella del 40enne senegalese che ha seminato il panico a Latina. Una violenza cieca e incontenibile, fortunatamente arginata al momento giusto dalle forze dell’ordine che hanno evitato che la situazione degenerasse ulteriormente. E allora: prima la provocazione sulle panchine rimosse dalla strada. Poi le ingiurie e le minacce contro le forze dell’ordine. Infine l’aggressione brandendo nelle mani un paio di forbici…
Senegalese minaccia i clienti di un bar e gli agenti intervenuti
Ma andiamo con ordine. Gli agenti di pattuglia, impegnati nei controlli sulla prevenzione e contrasto delle trasgressioni dei divieti imposti dalle prescrizioni del Dpcm in materia di contenimento del coronavirus, arrivano sul posto indicato in una selezione telefonica arrivata al 113. Un passante ha appena denunciato la presenza di persone che minavano la sicurezza recando disturbo. Sono le 17.30 circa quando la volante arriva in via Pier Luigi Nervi a Latina. Gli agenti, giunti nelle vicinanze di un bar della zona, notano subito uno straniero che, in evidente stato di alterazione, inveisce contro i clienti. Alla richiesta di esibizione dei documenti, però, l’uomo si rifiuta di mostrarli. In contemporanea, alle spalle dei poliziotti, arriva un altro straniero, G.M. senegalese di 40 anni, che ingiuriando e minacciando poliziotti e cittadini presenti, lamenta che sono state tolte alcune panchine poste nelle vicinanze, deliberatamente per danneggiarli.
Prima rifiuta di farsi identificare. Poi minaccia gli agenti con le forbici
La situazione peggiora ulteriormente al momento dei controlli. Come l’altro immigrato, anche il senegalese arrivato a supporto del primo straniero, rifiuta di collaborare all’identificazione. E dopo aver aggredito sia verbalmente che fisicamente gli agenti. Dopo essere entrato nel bar con un bicchiere di vetro e con un paio di forbici, ha continuato a inveire contro i poliziotti. L’uomo si è poi allontanato entrando in un palazzo. Ma a quel punto, grazie all’invio di altre pattuglie, gli agenti hanno chiuso tutte le vie di fuga dello stabile, costringendolo a consegnarsi. Accompagnato presso gli uffici di Polizia è stato arrestato. Informato il pm di turno, ieri G.M. è stato condannato a sei mesi di reclusione con la misura cautelare dell’obbligo di firma.
Immaginate se fosse successo negli Stati Uniti…
L’ho detto e lo ripeto: oltre ai Codici di procedura, alla Magistratura, vanno cambiate le regole di pronto intervento della P.S. Non invoco Rambo, ma solo che la Polizia non si la lasci aggredire impunemente!