Delazione, repressione e sospetto: l’Italia del lockdown come la Berlino Est comunista

28 Mag 2020 13:00 - di Domenico Bruni
libro berlino

Come può una società liberale, dove regnano edonismo e richiesta di sempre nuovi diritti civili, trasformarsi nottetempo in una bieca dittatura? La risposta risiede tra le pagine di Berlino Est 2.0 (Eclettica Edizioni, 2020), romanzo scritto dal giornalista Federico Cenci. Nella città in cui si svolge il racconto è stato instaurato all’improvviso un regime totalitario, una sorta di Repubblica Democratica Tedesca (Ddr) in versione nuovo millennio. Le vite delle persone sono annichilite da un controllo pervasivo delle autorità e da rigide limitazioni delle libertà.

Nel libro “Berlino Est 2.0” la radiografia dell’Italia

Dilagano la delazione e il sospetto reciproco. Una popolazione terrorizzata dal regime, disorientata da un susseguirsi di eventi inopinati, diventa un alleato al sistema di vigilanza dell’ordine costituito. Leggendo il libro di Cenci sembra di rivivere le sensazioni descritte nel film “Le vite degli altri”, ambientato nella Germania Est ai tempi della Ddr. Chiunque si sente osservato da uno zelante vicino pronto a segnalare ogni pur minima trasgressione delle regole, anche un insospettabile amico può rivelarsi un agente della struttura di spionaggio del regime. Ma nel romanzo in questione avviene un salto di livello in quanto a dispotismo.

Nel romanzo una notte arriva un regime totalitario

La volontà di questo enorme “Leviatano in salsa socialista 2.0” è di trasferire le vite delle persone in una dimensione virtuale, per controllarle meglio, spezzando ogni legame sociale e ogni corpo intermedio. Fin da bambini si viene inghiottiti dagli schermi di tablet, pc, telefonini. I più piccoli sono chiamati “I Figli del Device”, una trasposizione nel cyberspazio della Libera Gioventù Tedesca (Fdj), l’organizzazione giovanile di Stato che, durante la Ddr, aveva il compito di influenzare ogni aspetto della vita dei giovani tedeschi dell’Est, formandoli al comportamento socialista.

Storia e realtà mischiati in “Berlino Est 2.0”

Ma Berlino Est 2.0 non è un libro storico. Non è nemmeno una mera riproposizione di un sistema politico del secolo scorso nel mondo globale odierno. Piuttosto è un omaggio al genere letterario distopico, in cui confluiscono frammenti di storia e pezzi di realtà nell’Italia ai tempi dell’emergenza coronavirus. Molti degli episodi descritti potevano apparire surreali fino al febbraio scorso, fino a prima che esplodesse l’epidemia anche nel nostro Paese e che il governo attuasse a suon di decreti un rigido lockdown.

Psicosi collettiva e sospensione delle libertà

La psicosi collettiva e la sospensione di alcune libertà democratiche fanno da sfondo all’emergenza sanitaria in atto e trovano in Berlino Est 2.0 un’estensione letteraria nonché uno spunto di riflessione critica. Nella sua introduzione, Alessandro Sansoni, direttore di Culturaidentità, asserisce che, «come un novello Martin Venator (…) Federico Cenci ha saputo  continuare a vedere oltre la superficie delle cose e stigmatizzarle letterariamente, con un romanzo gustoso e profondo che ricorda i samizdat della dissidenza russa».

Sarà possibile tornare indietro? A Berlino lo fu…

Per Sansoni l’autore di Berlino Est 2.0 «ci spinge a chiederci se sarà possibile tornare indietro dopo che le misure emergenziali prese per Dpcm sono state così supinamente introiettate in ognuno di noi, da farci dimenticare che vivere a tutti i costi, può equivalere a sopravvivere a se stessi. Ci obbliga a rivendicare attivamente la nostra consapevolezza critica, la nostra dignità e le nostre libertà».

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