Decreto, Conte si scusa e si pavoneggia. Bellanova e Di Maio gli altri attori della commedia

14 Mag 2020 9:24 - di Girolamo Fragalà
decreto

È andato in onda – in diretta tv – l’ultimo atto della commedia. Conte chiede scusa per il ritardo e si pavoneggia, Di Maio fa altrettanto. Si guardano allo specchio per sapere chi è il più bello del reame. Finalmente possono annunciare il decreto che hanno chiamato di “rilancio”, dove però il rilancio si vede col binocolo.

Un decreto che serve a metterci una pezza

Il dado è tratto. Alea iacta est. In ritardo, in enorme ritardo, quando il malato è andato in coma. Proteste, disperazione, italiani finiti nell’angoscia, negozi destinati a chiudere, imprese in enorme difficoltà. E loro – grillini e piddini – a litigare per mettere le loro bandierine. Da aprile il provvedimento è slittato a fine aprile. Poi agli inizi di maggio. Fino ad arrivare a metà maggio. Una commedia. Più che una soluzione per gli italiani si tratta di miliardi serviti a stabilire una tregua tra i partiti dell’ammucchiata di governo.

Conte si scusa e continua la recita

«È un testo complesso, con oltre 250 articoli». Conte, in conferenza stampa, cerca di vantare la bontà del decreto. «Parliamo di 55 miliardi, pari a due manovre, due leggi di bilancio. Un lavoro incredibile con i ministri e tutti gli staff tecnici, abbiamo portato a termine questa fatica». Poi ammette: «Ogni ora di lavoro pesava perché sapevamo che dovevamo intervenire quanto prima. Sapevamo che il Paese era in attesa. Abbiamo impiegato un po’ di tempo ma non un minuto di più di quello strettamente necessario. La parola ora passerà al Parlamento. Con le forze di maggioranza, ma spero anche con il contributo dell’opposizione, mi auguro che questo testo possa essere migliorato».

La scoperta: il Paese è in grande difficoltà

«C’è un paese in grande difficoltà, una comunità in grande sofferenza. La manovra per fronteggiare questa fase dell’emergenza contiene premesse affinché la ripartenza possa concretizzare già una prospettiva di ripresa economica e sociale». Finalmente se n’è accorto che – come dice – «ci sono persone rimaste senza lavoro e senza reddito». Non solo. Ci sono «commercianti che rischiano di chiudere la loro attività, imprenditori che sono nell’assoluta incertezza. Il vostro grido di allarme non ci è sfuggito, conosciamo questa fotografia dolorosa del paese e per questo ce l’abbiamo messa tutta facendoci carico di questa sofferenza». Si tratta di 25,6 miliardi di euro, ci sono risorse per finanziare gli ammortizzatori sociali, ovvero cig e bonus autonomi».

La voce rotta della Bellanova

La commedia prevede altri protagonisti. Innanzitutto le lacrime della Bellanova, fonte di polemiche infinite. «Voglio sottolineare un punto per me fondamentale, l’emersione dei rapporti di lavoro», dice. «Da oggi gli invisibili saranno meno invisibili». Il che, tradotto, significa commozione per la regolarizzazione dei clandestini. Un’altra beffa per gli italiani.

Decreto, Di Maio completa la sceneggiata

Immancabile l’autoesaltazione di Di Maio. «I cittadini giustamente chiedevano delle risposte per affrontare questa emergenza. In Consiglio dei ministri abbiamo approvato un decreto da 55 miliardi. Un grande lavoro di squadra da parte di ogni singolo componente di questo governo». Tutti insieme appassionatamente. Si chiude il sipario.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Claudio 14 Maggio 2020

    Giorgia Meloni dove sono le barricate che hai annunciato in caso di approvazione della sanatoria dei clandestini? Noi che votiamo FdI ci aspettiamo molto più che parole. Vogliamo fatti!