Coronavirus, cinque regioni senza vittime: i morti sono 165, i nuovi contagi 802

10 Mag 2020 19:03 - di Giorgia Castelli
coronavirus

“Zero decessi” per il coronavirus da ieri in cinque regioni (Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta, Basilicata e Molise) e nella Provincia autonoma di Bolzano. Emerge dai dati aggiornati della Protezione civile. Invece nessuna regione è stata tra ieri e oggi a “zero contagi”.

Oggi, domenica 10 maggio,  ci sono stati altri 165 morti in Italia per coronavirus. In totale, i decessi nel nostro Paese sono 30560. I guariti sono 105186, con un incremento di oltre 2000 unità nelle ultime 24 ore. Scendono i pazienti ricoverati con sintomi (13618), quelli in terapia intensiva (1027) e le persone in isolamento domiciliare (68679). I casi totali nell’emergenza sono 219.070. Oggi i nuovi casi di coronavirus scendono sotto i 1.000, con un incremento minimo di 802 nuovi casi. Sabato l’aumento era stato di 1.083. Il numero totale di attualmente positivi ha avuto una decrescita di 1.518 assistiti rispetto a ieri e sono 83324.

Coronavirus, il bollettino della Protezione Civile

Tra gli attualmente positivi 1.027 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 7 pazienti rispetto a ieri. Emerge dai dati odierni della Protezione civile sull’emergenza coronavirus. Ed è il ventottesimo giorno di fila in cui cala il numero dei ricoveri in terapia intensiva per Covid-19 in Italia. Sono 13.618 le persone ricoverate con sintomi, con un decremento di 216 pazienti rispetto a ieri. Inoltre 68.679 persone, pari al 82% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.  Sono stati effettuati 51.678 tamponi in più di ieri e salgono così i tamponi totali effettuati 2.565.912. I casi testati sono stati invece 1.676.460.

Coronavirus, i casi nelle Regioni

Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 30.190 in Lombardia, 13.650 in Piemonte, 7.191 in Emilia-Romagna, 5.591 in Veneto, 4.147 in Toscana, 2.900 in Liguria, 4.286 nel Lazio, 3.251 nelle Marche, 1.915 in Campania, 786 nella Provincia autonoma di Trento, 2.669 in Puglia, 2.069 in Sicilia, 851 in Friuli Venezia Giulia, 1.671 in Abruzzo, 459 nella Provincia autonoma di Bolzano, 113 in Umbria, 515 in Sardegna, 113 in Valle d’Aosta, 596 in Calabria, 143 in Basilicata e 218 in Molise.

Pregliasco: «Dati buoni, ma attenti…»

«Per fortuna le cose stanno procedendo al meglio. È importantissima la riduzione notevole dei nuovi casi in Lombardia, in Piemonte e nei territori che sono ancora le frontiere della diffusione del virus. È fondamentale come sempre soprattutto la riduzione dei ricoverati e dei pazienti in terapia intensiva, elemento cruciale per una garanzia di fase 2 reale». Ma «la grande preoccupazione, da parte mia, è che questi dati andranno a rovinarsi nelle prossime settimane». Non nega il timore che il rilassamento di molti comportamenti possa riportare indietro le “lancette” della pandemia Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli Studi di Milano, che commenta all’Adnkronos Salute gli ultimi numeri di Covid-19 diffusi dalla Protezione Civile.

Cambiare le abitudini

L’esperto richiama a «una responsabilizzazione continua nelle abitudini, che dobbiamo ricordare tutti i giorni perché in ogni gesto si possono commettere piccoli errori» con il rischio di grandi conseguenze. «Passare il proprio cellulare a un’altra persona viene normale, anch’io l’ho fatto», sottolinea Pregliasco. Ma «sono tantissimi – avverte – gli esempi di gesti che dobbiamo analizzare, che davamo per scontati e che in questo momento rischiamo di tornare a compiere con leggerezza perché si abbassa il livello di paura che c’era durante il lockdown. È un po’ il paradosso della prevenzione». Riflette il virologo: «Avendo ridotto tantissimo il numero di casi grazie agli interventi restrittivi, ormai ci si abitua al rischio e si abbassano le difese. Non dobbiamo permetterlo».

 

 


 

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