Coronavirus, banche sotto accusa: «Non rispondono e non applicano bene le norme»
Su 301 telefonate effettuate a un campione di 15 banche per chiedere informazioni sui finanziamenti garantiti dallo Stato, 171 non hanno ricevuto alcuna risposta. Questo, nonostante sui siti delle filiali fosse indicata la reperibilità. E nel caso di risposta, un’elevata percentuale sosteneva di non essere in grado di fornire informazioni. E che fosse necessario contattare il proprio gestore bancario. Emerge da un’indagine condotta dal Codacos riferita ai prestiti fino a 25mila euro previsti dal decreto liquidità.
Quando le banche concedono il prestito
«La stragrande maggioranza delle banche interpellate – denuncia il Codacons – ha affermato che il prestito viene concesso solo a chi è già cliente della banca. Nel decreto liquidità non vi è tuttavia alcuna norma che imponga a chi voglia usufruire del prestito garantito di aprire anche un conto corrente presso l’istituto cui si chiede il finanziamento, pratica vietata anche ai sensi dell’articolo 21 del Codice del Consumo».
Il nodo del recarsi in filiale
Inoltre, prosegue l’indagine, i pochi istituti bancari che hanno dichiarato di accettare richieste di prestito anche per i non clienti, hanno però richiesto di recarsi in filiale per un prima conoscenza e per valutare la proposta. «Ciò appare di particolare gravità perché le misure di legge limitano gli spostamenti e incentivano contratti e comunicazioni a distanza ove possibile”, continua il Codacons.
La mancanza di una corretta informazione
Sempre secondo l’indagine, nel corso delle telefonate è stato chiesto di chiarire se con la concessione del prestito garantito si potesse pagare un preesistente debito. «Ebbene, nessuno è riuscito a fornire la corretta informazione. Per cui tale possibilità è esclusa per i prestiti al di sotto dei 25.000 euro con garanzia al 100%. Ma è prevista la possibilità del rifinanziamento o consolidamento di debiti pregressi, con garanzia all’80% e con l’erogazione di credito aggiuntivo nella misura del 10% del debito residuo», spiega ancora l’associazione dei consumatori.
Il Fondo di Garanzia
«Quasi tutte le banche interpellate – continua il Codacons – riferiscono con fermezza che la banca effettuerà per tutti i prestiti una valutazione, ma non si chiarisce su quali elementi la banca si baserà. Questa circostanza fa presumere la possibilità che tali criteri siano assolutamente discrezionali, nonostante il dl 23/2020 preveda che il Fondo di Garanzia non effettui alcuna valutazione sui richiedenti, ad eccezione della presenza di segnalazione in Centrali Rischi».
Banche, la denuncia del Codacons
«Le criticità riscontrate hanno portato ora il Codacons a presentare una formale diffida al Fondo di Garanzia, affinché dia seguito entro 48 ore alle richieste di prestito presentate dalle aziende, e un esposto alla Banca d’Italia in cui si chiede di predisporre tutti gli accertamenti necessari volti a verificare la correttezza dell’operato delle banche, trasmettendo gli atti alle Procure della Repubblica competenti per le indagini del caso, alla luce dei possibili reati di Rifiuto di atti d’ufficio, Interruzione di pubblico servizio, Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, Inadempimento di pubbliche forniture».
Se le Banche non rispondono c’è qualcosa di sbagliato nelle norme che regolano i rapporti fra Banca e Stato/Governo. Ancora una volta è la politica e i rappresentanti di governo che si dimostrano inadatti a ricoprire certi incarichi. Eppure basterbbe pochissimo per approvare una norma in cui Banche e Istituzioni varie di ogni livello siano obbligate a rispondere alle richieste del governo in tempi brevissimi, massimo 72 ore, poi le “manette”.
Da piu di un mese non riesco a farmi ricevere dal SAN PAOLO AGENZIA N. 12 Telefonate, imail, fax, reclami a Torino, niente. Fuori l’agenzia file di persone anziani, vecchi, disabili ma ” loro” per loro mi riferisco ai funzionari della banca non aprono neanche la porta, e’ una vergogna. Se non ci credete provate voi a prendere un apputamento. Questo e’ il n. di telefono 06.56.20.27.26
CASSANDRA
Occorre però spiegare che le banche non possono non effettuare la propria istruttoria, pena responsabilità anche penali. Tra l’altro si gestiscono fondi pubblici. Chi assicura quel poveretto di un direttore di filiale che un domani non gli arriva un PM che contesta il concorso nel reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (art. 316 ter c.p.). Da nessuna parte nel decreto del professor Conte vi è un’esimente per le Banche. É per questo che le Banche non possono, anche volendo, non fare le istruttorie con la conseguenza che i finanziamenti arriveranno sostanzialmente solo a chi non ne ha bisogno (se sei alla canna del gas non ti concedo nulla, se stai bene ti concedo tutto quel che chiedi …… Nulla di nuovo insomma).
Sciocchezze del ,Codacons. Come si può pretendere che un qualsiasi istituto di credito possa prestare dei soldi senza conoscenza?
Solo bufale!
Ma per piacere!
Sigona, lei ed io non ci conosciamo. In base al suo intervento debbo desumere che se io le chiedessi un prestito di soli 100 € lei allegramente e magnanimamente me li presterebbe?
Mio Dio che tristezza riportare le sciocchezze di certe associazioni.