Contrabbando di tabacco e Cialis da Tripoli a bordo di una nave militare italiana: 6 arresti

11 Mag 2020 14:11 - di Redazione
CONTRABBANDO_NAVE_CAPRERA

Avrebbero organizzato l’imbarco, il trasporto e il contrabbando dal porto di Tripoli a quello di Brindisi di 774 chilogrammi circa di tabacco lavorato estero e di farmaco Cialis a bordo di una nave della Marina Militare italiana.

Con questa accusa 6 persone, un libico e cinque italiani appartenenti alla Marina Militare italiana, sono state arrestate dalla guardia di Finanza con accuse gravissime.

I sei sono accusati, a vario titolo, di contrabbando pluriaggravato di tabacchi lavorati esteri e del farmaco Cialis – stesso principio attivo del Viagra – di provenienza estera, di imbarco arbitrario di merci di contrabbando sulla nave militare Caprera, di peculato d’uso, di istigazione alla corruzione, di corruzione per atti contrari ai doveri dell’ufficio ed, infine, di falso ideologico.

Marco Corbisiero, 44 anni, di Torino, è stato portato in carcere.
Altri quattro – il libico Hamza Mohamed Ben Abulad, 39 anni, di Tripoli, Roberto Castiglione, 47 anni, di Taranto, Antonio Filogamo, 44 anni, del napoletano, Antonio Mosca, 41 anni, brindisino – sono finiti ai domiciliari.
A Mario Ortelli, 40 anni, anch’esso napoletano, i finanzieri hanno notificato l’obbligo di dimora su disposizione del giudice per indagini preliminari del Tribunale  di Brindisi.

Il contrabbando di tabacchi e Cialis è avvenuto nel contesto della missione internazionale denominata “Operazione Mare Sicuro”. Contraddistinta dall’acronimo Oms Ex Nauras. E svolta dalla nave Caprera della Marina Militare italiana nel porto di Tripoli dal 31 marzo del 2018 fino al successivo 12 luglio.

Una missione in seno alla quale Corbisiero aveva rivestito – dal 13 ottobre del 2017 al 6 maggio del 2018 – il ruolo di ufficiale tecnico della Marina Militare.

Il militare era a capo del team preposto al ripristino dell’efficienza del naviglio ceduto dall’Italia alla Libia per il potenziamento del contrasto all’emigrazione clandestina verso l’Italia.

Il contrabbando è stato ricostruito così dagli investigatori.

La nave Caprera giunse nel porto di Brindisi, proveniente dal porto di Tripoli, il 15 luglio del 2018, senza scali intermedi.
Cinquantasei metri di lunghezza, la nave Caprera, che ha un equipaggio di 32 persone, ha un’autonomia di 1500 miglia nautiche ed una velocità di 14 nodi.

Corbisiero, Ben Abulad, Castiglione, Filogamo e Mosca, gli ultimi tre membri dell’equipaggio del Caprera, sono gravemente indiziati, a diverso titolo, di aver organizzato l’imbarco ed il trasporto dal porto di Tripoli a quello di Brindisi dei 774 chilogrammi circa di tabacco lavorato estero e di farmaco Cialis.

Il carico di contrabbando venne sbarcato sulla banchina “Garibaldi” del porto pugliese nella prima mattina della stessa giornata.

Secondo le indagini preliminari sia i tabacchi che i farmaci di contrabbando erano destinati alla vendita agli appartenenti alla Marina Militare di Taranto. Ma anche a persone estranee.

Corbisiero è indiziato, dopo l’avvio il 15 luglio delle operazioni di scarico nel porto di Brindisi dei generi di contrabbando trasportati dalla Caprera, di aver offerto utilità al personale imbarcato su di essa, nella fattispecie la cessione dei tabacchi di contrabbando non ancora scaricato in banchina. Tutto questo per comprarne il silenzio. E,  più nello specifico, per assicurarsi la mancata denuncia alla Autorità giudiziaria dell’introduzione nel territorio nazionale del carico di contrabbando.

In particolare Corbisiero è accusato di aver organizzato il trasferimento del carico prima dal porto di Tripoli a quello di Brindisi. E, poi, da quest’ultimo agli Uffici della Marina Militare di Taranto.
Trasporto, quest’ultimo, che andava effettuato con un automezzo con le insegne della Marina Militare, condotto da Ortelli.

E, infatti, è stato accertato che l’automezzo, proveniente dalla Base della Marina Militare di Taranto, è arrivato  la mattina del 15 luglio  sottobordo alla Caprera. Per ritirare il carico di contrabbando e trasferirlo a Taranto.

Corbisiero è, infine, indiziato di aver raccolto il denaro necessario a finanziare l’acquisto, a Tripoli, del carico illecito.

Il denaro sarebbe stato messo insieme attraverso fatturazioni per operazioni in tutto od in parte inesistenti. E questo, in particolare, nell’ambito dell’acquisto, da parte dello Stato Italiano, dei beni e dei servizi necessari al ripristino dell’efficienza del naviglio ceduto dall’Italia alla Libia. Per il potenziamento del contrasto all’emigrazione clandestina verso l’Italia.

Tutti beni e servizi acquistati da una sedicente società libica di nome “Altikka for service“, riconducibile sostanzialmente all’Ufficiale della Guardia costiera libica Ben Abulad Hamza Mohamed B. Che gli inquirenti ritengono sia stato la controparte di Corbisiero nella genesi e nello sviluppo della corruzione.

”Le indagini – sottolinea il procuratore capo della Repubblica del Tribunale di Brindisi, Antonio De Donno – si sono giovate, altresì, per tutta la durata del loro svolgimento, della pronta, fattiva e leale collaborazione di ciascun livello di Comando della Marina Militare Italiana di volta in volta interessato e dell’Ambasciata Italiana di Tripoli“.

 

 

Commenti

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  • Giuseppe Forconi 13 Maggio 2020

    Di fronte a queste cose non ci sono attenuanti. Sono militari, quindi la fucilazione e vi assicuro che non si ripeterebbe mai piu’.

  • Rodolfo 13 Maggio 2020

    Non ho parole. Questo fatto la dice lunga su come il degrado morale abbia raggiunto livelli inaccettabili. Povera italia. D’altro canto, basta vedere che razza di governo …Corte marziale e punizioni severissime.

  • Antonio Ginanni Corradini 12 Maggio 2020

    Questi UFFICIALI che fanno un giuramento, e che dovrebbero rispettare e far rispettare tutte le LEGGI. La Marina Militare Italiana dovrebbe istituire LA CORTE MARZIALE PER QUESTI UFFICIALI CHE SI MACCHIANO di questi vergognosi reati.

  • aldo 11 Maggio 2020

    Questi neanche al 41 bis! Portano le ” stellette ” e quando si portano, vanno sapute onorare, come il Tricolore. Sono l’anima della Patria,alla quale abbiamo giurato fedeltà ed abnegazione: Costi quel che costi!!!