Col decreto “rilancio” Conte ci fa sprofondare nelle braccia della burocrazia

24 Mag 2020 6:00 - di Ylenja Lucaselli
decreto

Finalmente è stato pubblicato in Gazzetta il decreto “primavera-estate”. Non c’è definizione migliore per un atto che, soprannominato aprile, è arrivato a maggio e non sarà attuato prima di luglio. Un atto che si pone l’obiettivo di “rilanciare” l’Italia. Ma dove? Ancor prima delle modifiche parlamentari – sempre al netto della possibile apposizione della fiducia – il “rilancio” dell’Italia passa attraverso 323 pagine, 266 articoli (scritti in maniera tanto approssimativa quanto carente nel lessico e nella grammatica). Per venire alla luce dovrà essere alimentato da ben 98 decreti attuativi (neanche la soddisfazione del numero perfetto).

Decreto di fantozziana memoria

Un elefantiasi di burocrazia e inefficienza normativa. A metà tra le pratiche zariste e le procedure di fantozziana memoria. Di certo non strizza l’occhio alla “semplificazione”  tanto citata dal premier. Uno “spettacolare” esercizio di distribuzione a pioggia di “aiuti” (marchette) che non aiuterà gli italiani e al contempo, indiscutibilmente, produrrà 55 miliardi di indebitamento netto dello Stato. Sempre che, fra un decreto attuativo e l’altro, riesca a vedere la luce.

Governo incapace e dilaniato dalle divisioni

Un  “rilancio” sì, ma verso l’assistenzialismo. Non si intravede alcun piano strategico. L’Italia affonda nella pandemia economica con un governo che torna ad indossare la pochette. Ma resta incapace, inadeguato, incompetente e dilaniato da divisioni. È smanioso di protagonismo e totalmente affascinato dalle sovrastrutture. Nemmeno la pandemia ha frenato questa ingordigia normativa. Basti pensare che al netto delle disposizioni prese dalle singole regioni, in queste ultime settimane, il Governo ha approvato una dozzina di decreti per “fronteggiare” l’emergenza Covid-19.

La strada del decreto legislativo

E nonostante in Italia ci sia una scabrosa produzione di norme sconosciuta in altri Paesi (sono  160.000 le norme italiane- centrali e regionali – contro le 7.000 di Francia, 5.500 di Germania e 3.000 del Regno Unito) si continua a scegliere la strada dei decreti legislativi che, per essere operativi, richiedono l’approvazione di innumerevoli decreti attuativi che, troppo spesso, restano nel cassetto delle belle promesse. Si è così amplificata a dismisura la generazione di norme, gettando nello sconforto cittadini, professionisti e imprese che ogni giorno sono chiamati a districarsi nel labirinto della “complicazione affari semplici.

Un costo da 60 miliardi di euro

Sfiora i 60 miliardi di euro, infatti, il costo che ogni anno grava sulle imprese italiane a causa del cattivo funzionamento della nostra burocrazia che, sfamata da un coacervo di leggi, decreti, ordinanze, e circolari varie, rende sempre più problematico il rapporto con la PA.

Sprofondiamo nella burocrazia

Il Governo non introduce nemmeno sotto pandemia alcun accenno di semplificazione, la burocrazia non indietreggia, anzi torna spedita ad avanzare, amplificando le inefficienze del nostro sistema pubblico che presenta livelli medi di qualità tra i peggiori d’Europa sotto l’occhio vigile e complice del nostro premier. A fronte di un gettito complessivo annuo di 82 miliardi versati all’erario, le nostre PMI devono affrontare i costi per la burocrazia per 57 miliardi. E allora, forse, per individuare  questo decreto, sarebbe meglio utilizzare il sinonimo “rigettare” perché, a ben guardare, questo Decreto rigetta la nostra amata Patria nelle logiche stantie della prima Repubblica.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • biagio 25 Maggio 2020

    La burocrazia é figlia dei burocrati che non sapendo lavorare, ne insegnare, stabiliscono le regole, spesso incomprensibile, faragginosa e inutili.
    Solamente una seria e capillare potatura del quadro legislativo italiano potrà salvarci da morte certa.
    Che il vento sia cambiato lo capiremo quando riusciranno a legiferare una seria legge elettorale, sgombera da cavilli e mezzucci che possa liberare l’Italia dal partito unico é dalle minoranze lobbistiche e corporative.
    Una legge che fissi in modo chiaro e semplice le regole del gioco. Un esempio potrebbe essere la per l’elezione dei sindaci, che sembra funzionare discretamente.

  • Giuseppe Forconi 25 Maggio 2020

    L’Italia non avra’ nessun rilancio ne economico ne commerciale ne industriale, siamo letteralmente fottuti, chiedo scusa per la volgarita’, ma non trovavo altra parola per giustificare tale disastro.
    Il disastro lo abbiamo voluto, potevamo evitarlo, ma non lo abbiamo fatto.
    Ora dobbiamo in qualche modo trattare di ricucire questi enormi buchi, ma non abbiamo la gente adatta. Siamo circondati da qualche milione di ZOMBI, cioe’ quella percentuale di italiani che di italiano non hanno nulla se non i cognomi e la lingua che parlano. Una percentuale di gente che inneggia a questo sistema governativo di marcata conduzione et idiologia comunista e non riescono ad entrare mentalmente in una diversa visione dall’attuale, anzi si perdono in frasi offensive verso chi sta cercando di trovare soluzioni a questo marasma, gente che in qualche modo deve aver accumulato enormi finanze per poter dire che stiamo vivendo bene e senza problemi grazie alle larghe vedute futuristiche che chi al governo ci propone quotidianamente.
    C’e’ da essere completamente drogati per non capire che siamo sotto lo zero assoluto, parlano di miliardi come se fossero bruscolini, ma non si vede un euro, ma quella massa di italiani , gia’ sopra citati, inneggia alla bella vita …… ma….. miracolo economico solo per una certa tipologia di gente?

  • Cecconi 24 Maggio 2020

    Gentile Signora Lucaselli,

    Quanto da lei scritto non può non essere condiviso integralmente. Il grande problema italiano è che ogni governo, nessuno escluso sino all’attuale, non ha mai preso in esame una riforma integrale della burocrazia. Anzi, ogni anno è stata fatta diventare sempre più asfissiante a tal punto che ha ucciso gran parte delle nuove intraprese imprenditoriali poiché non elencando le iniziative non accettabili a livello di stato, lasciando campo libero di intrapresa per quanto riguarda tutto il resto ha permesso una montagna sempre più alta di corruzione, mazzette, tangenti e via discorrendo. A ciò va aggiunto la pletora di leggi insulse, indegne, indecenti e chi più ne ha più ne metta, ha permesso di usare tali leggi secondo il vecchissimo adagio “per i nemici, gli avversari non esistono in Italia grazie alla sinistra ma non solo, si debbono applicare, mentre per gli amici si debbono interpretare. I disastri sono sotto gli occhi di tutti. L’ultimo scandalo più che indegno riguarda proprio il CSM e tutto ciò che ne è conseguito sino ad ora di cui si stanno riempendo pagine di giornali consumando, temo (invano?) decine di migliaia ettolitri di inchiostro.

    Questo scandalo indegno persino di una dittatura sudamericana, africana, asiatica di qualsiasi coloro politico.

    Alle cifre da lei elencate si deve aggiungere altro sperpero indegno di risorse finanziarie italiane corrispondenti a 60/MLD malversati da almeno una trentina di anni in conto capitale e in conto interessi a fondo perduto che continuano ad essere presenti nel bilancio pubblico del 2020 e in quello del 2021 che sono andati a munificare sempre i soliti noti parassiti.
    Pertanto facendo un calcolo semplicissimo degli ultimi 20 anni soltanto, dal 2000, inizio dell’€, al 2020 i vari governi hanno sperperato 1200/MLD di€ facendo arrivare il nostro debito sovrano ad oltre 2400/MLD di €. In pratica lo hanno raddoppiato a nostre spese senza alcun senso logico economico.
    Se, come sarebbe giusto, aggiungessimo le centinaia di miliardi spesi per il pagamento degli interessi che gli italiani hanno dovuto sborsare per onorare tali sperperi delinquenziali molto probabilmente raggiungeremmo la cifra mostro di altri 800/Mld di €.
    Anzi, hanno distrutto la nostra patria al contrario dei comportamenti dei risparmiatori italiani che hanno incrementato il proprio patrimonio con il loro lavoro conoscendo molto bene il significato valoriale del termine risparmio.
    In tal modo ci ritroviamo nelle attuali condizioni infernali facendoci accusare da tutti i partners europei, a mio avviso giustamente perché le colpe delle scelte scellerate in questo campo sono solo italiane, di spendaccioni, dilapidatori e via discorrendo.
    Quanto appena descritto, è superfluo dirlo, ha asfissiato l’economia del nostro Paese in quanto all’aumento del debito pubblico non può non aumentare in proporzione l’imposizione fiscale.

    Credo di averle fatto la fotografia perfetta dello status attuale della nostra situazione che definisco infernale.

    La pandemia ha evidenziato in modo netto tutti gli errori compiuti. Tralascio per carità cristiana i provvedimenti di quest’ultimo governicchio composto da incapaci dilettanti allo sbaraglio.

    E’ stato un piacere leggerLa.

  • Francesco SIGNORE 24 Maggio 2020

    Quando ci si accorgerà che la burocrazia è un effetto e non la causa di pessime leggi scritte con i piedi che le hanno pensate ? Il burocrate è solo colui che le applica con scrupoloso rigore, ci mette molto del suo ma a legittimarlo è il potere politico e parlamentare che ai burocrati si appoggia per scrivere le sue leggi sgangherate. In definitiva un cane che si morde la coda ….

  • Giuseppe Forconi 24 Maggio 2020

    Sempre avanti a dritta direbbe un buon navigatore.
    Ma qui’ si sta navigando di notte in acque da burrasca, onde altissime, pioggia battente, nuvole nere e basse, con un motore in avaria, poco carburante rimasto, strumenti che non funzionano bene, il radar gia’ fermo da tempo e le carte nautiche segnalano che siamo in una zona piena di scogli affioranti.
    Il disastro e’ in agguato ma potrebbe essere molto vicino.
    La salvezza e’ in mano ad una manciata di buoni marinai ma sono timorosi nel prendere iniziative.
    Speriamo ci siano sufficienti giubbotti…… altrimenti !!!!!!