Carceri, via libera notturno del governo al “decreto Bonafede”. La stretta dopo gli scandali?

10 Mag 2020 10:45 - di Redazione

Scarcerazione boss e arresti domiciliari. Nella nottata il governo ha approvato il cosiddetto decreto Bonafede. Per raddrizzare la materia dopo lo scandalo dell’indulto mascherato. E le tegole piovute sul ministro della Giustizia

Via libera del governo al decreto Bonafede

Il testo reca misure urgenti in materia di detenzione domiciliare o differimento dell’esecuzione della pena. Per motivi connessi all’emergenza Covid-19. Si occupa di persone detenute per reati di criminalità organizzata di tipo mafioso. O terroristico. Per delitti legati al traffico di sostanze stupefacenti.  Ma anche di  detenuti sottoposti al regime previsto dall’articolo 41-bis. Infine legifera i colloqui con i congiunti. Arriva la stretta del governo dopo la scarcerazione di tanti pericolosi boss. E’ presto per dirlo, anche se i grillini già parlano di “musica cambiata”.

I benefici vanno verificati ogni 15 giorni

Il decreto”prevede che, nel caso in cui tali benefici siano concessi per il covid, il magistrato di sorveglianza che ha adottato il provvedimento valuta la permanenza dei motivi legati entro quindici giorni dal provvedimento. E, successivamente, con cadenza mensile. Per la revoca del beneficio, l’autorità giudiziaria deve prima sentire l’autorità sanitaria regionale sulla situazione sanitaria. E acquisire informazioni sulla disponibilità di strutture penitenziarie o di reparti di medicina protetta in cui il condannato possa riprendere la detenzione. Il provvedimento con cui l’autorità giudiziaria revoca la detenzione domiciliare è immediatamente esecutivo. E  si applica anche ai provvedimenti già adottati.

Infine, conclude Palazzo Chigi, ” il decreto prevede che i colloqui con i congiunti, o con altre persone cui hanno diritto i condannati, possono essere svolti a distanza, mediante apparecchiature e collegamenti,  o mediante corrispondenza telefonica. Il direttore dell’istituto penitenziario stabilisce, nei limiti di legge, il numero massimo di colloqui da svolgere con modalità in presenza. Fermo il diritto dei condannati, internati e imputati ad almeno un colloquio al mese in presenza di almeno un congiunto o altra persona”.

Commenti

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  • Giuseppe Matteucci 10 Maggio 2020

    In questa foto ci sono i primi tre Bonafede, Boccia e altro della protezione civile con le giuste distanze , come da dpcm, però gli altri sono tutti a meno di 1 metro ed è un gruppo folto. A loro nessuno interviene e non fanno il verbale. Come ai commercianti di Milano. Siamo tutti uguali. Bravi…come diceva Orwell nel suo libro La fattoria degli animali : “siamo tutti uguali ma alcuni sono più uguali di altri” … riflettete!!!