A Cosenza scendono in piazza per i buoni spesa. E vengono multati. In Calabria come a Milano
Anche in Calabria si rischia la bomba sociale. Dopo Milano anche a Cosenza è scattata la rissa tra manifestanti e agenti davanti la prefettura. Attimi di tensione tra polizia e manifestanti “colpevoli” di voler parlare con il prefetto Cinzia Guercio. Al divieto hanno tentato di lanciare delle cassette della verdura vuote nell’atrio di Palazzo degli Uffici.
Cosenza, manifestazione per i buoni spesa
“Affitti, bollette, reddito, cassa integrazione, partite Iva, posti di lavoro. Vogliamo risposte” si legge nello striscione appeso davanti alla sede della Prefettura. Anche loro protestano per i ritardi nella riscossione dei sussidi. Compresi i buoni spesa. Sono una cinquantina di persone quelle scese in campo a Cosenza. In piazza anche commercianti, allo stremo per la mancanza di misure reali a garantire la loro sopravvivenza.
“Le cassette – spiega Ferdinando Gentile del comitato Prendocasa – simboleggiano le persone che non riescono più a fare la spesa. Assistiamo ad un balletto di ordinanze che interessa poco alle persone. Preoccupate da come dovranno portare il pranzo a tavola senza un centesimo in tasca. Non riusciamo neanche a capire se il Prefetto sia qui a Cosenza o meno. Parla solo con le forze dell’ordine che denunciano noi anziché invece dei soci di cliniche private”. I manifestanti chiedono alla politica di intervenire. Di occuparsi di loro. Quelle 50 persone sono solo l’avamposto. Quello che si fa vede. “Tante persone per vergogna non si mettono in prima linea come noi. Ma la povertà si è allargata a fasce di popolazione inaspettate”.
In venti multati. Ora si cercano gli altri…
La manifestazione, come in altre città italiane, si è conclusa con 20 persone multate dagli agenti della Questuea. Per il mancato rispetto delle misure anticontagio Nelle prossime ore saranno analizzare le immagini per identificare i manifestanti. Si cercano, come criminali, i responsabili del lancio delle cassette vuote davanti alla sede della Prefettura.
“Tante situazioni – spiega Ferdinando Gentile del comitato Prendocasa – si stanno incancrenendo per l’assenza di misure. Volte a sostenere i calabresi in difficoltà economiche. Migliaia di famiglie non arrivano alla fine del mese. Pensiamo debba esserci un intervento forte da parte della politica, delle istituzioni” Dov’è lo Stato? Che fa il governo? “Arrivano dei contentini, come i buoni spesa, che ancora devono finire di consegnare. La gente muore di fame mentre c’è la guerra tra Stato e Regione. E il Comune si trincera dietro ragionamenti impensabili. In una terra come questa è problematico sopravvivere. Siamo scesi in piazza per chiedere l’intervento del Prefetto, ma non ci è stato concesso di parlarle”.