A Bari il primo matrimonio ai tempi del Covid: mascherine, invitati col contagocce, tutti distanti

30 Mag 2020 16:44 - di Mia Fenice
Matrimonio

Primo matrimonio a Bari con mascherine e guanti. Michele e Rossella sono i primi sposi baresi ad essersi giurati amore eterno con le nuove regole antiCovid del Comune di Bari che consentono da oggi a un numero limitato di invitati di assistere al fatidico “sì”. Il rito civile è stato celebrato dal sindaco Antonio Decaro nel Municipio 1.

Matrimonio con pochi parenti e amici

Dopo i mesi di lockdown il Comune ha permesso di tornare a celebrare matrimoni e unioni civili con parenti e amici, limitando gli accessi e imponendo igienizzazione delle mani, mascherine e distanza interpersonale. Alle nozze di Michele e Rossella, entrambi 25enni dipendenti pubblici, hanno partecipato dieci familiari, oltre ai due testimoni. Tutti gli invitati erano seduti su sedie alternate e indossavano mascherine, compresi gli sposi che le hanno tolte solo al momento del bacio finale. «Avevamo già organizzato il matrimonio per oggi, con rito nella Basilica di San Nicola e poi festa con quasi 200 persone – spiega lo sposo – ma quella organizzazione è stata rinviata al 22 maggio 2021».

Il nonno dello sposo tra i presenti

Come riporta la Gazzetta del Mezzogiorno tra i presenti, con gli occhi visibilmente commossi, c’era il nonno dello sposo, Michele Mancini, partigiano barese. «Ne ho viste tante – dice – la guerra, la fame, i morti e ora anche questa epidemia». Per gli amici e i parenti che non hanno potuto partecipare alla cerimonia gli sposi hanno organizzato un evento privato. All’esterno della sede del Municipio, però, alcuni amici li hanno attesi per il lancio di riso e coriandoli.

Il sindaco: «L’importanza del rito»

Un matrimonio dove tutti indossano mascherine «è particolare. Normalmente in questi momenti di gioia – ha detto il sindaco – è importante anche lo sguardo delle persone e il sorriso. Oggi riuscivamo a guardare solo lo sguardo e non l’espressione del viso. Però questo è il momento in cui dobbiamo imparare a convivere con il virus. Mi ha fatto piacere poter ripristinare anche la familiarità di questo rito. Che è molto importante, perché queste due persone oggi affrontano un percorso, un cammino. Supportati dalla famiglia e dagli amici, ed è stato importante che fossero presenti una parte della famiglia e una parte degli amici».

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