Strage in Canada: finto poliziotto uccide 16 persone

20 Apr 2020 13:28 - di Laura Ferrari

È strage in Canada, dove un uomo travestito da agente di polizia ha ucciso almeno 16 persone nell’arco di 12 ore in un’azione iniziata sabato notte in una zona rurale della Nova Scotia, sulla costa atlantica del Paese. Si tratta della più grave uccisione di massa della storia canadese. Nella carneficina sono morti anche l’assalitore e un’agente donna della Royal Canadian Mounted Police (Rcmp), Heidi Stevenson. Il capo della Rcmp, Brenda Lucki, ha riferito all’emittente Cbc che è ancora troppo presto per identificare i motivi della strage, che al momento non appare però collegata ad un movente terroristico.

L’uomo indossava una divisa della polizia

L’agente uccisa aveva alle spalle 23 anni di carriera, ed era sposata con due figli. Nell’incidente è rimasto ferito anche un altro agente di polizia. Secondo le ricostruzioni, le prime chiamate di emergenza sono giunte alla polizia sabato sera, da un’abitazione nella piccola comunità rurale di Portapique, a 130 chilometri a nord dalla capitale della provincia, Halifax. Quando gli agenti sono giunti sul posto hanno trovato diverse vittime all’interno e all’esterno dell’abitazione.

Caccia all’uomo in tutto il Canada, poi l’epilogo

Si è poi scatenata una caccia all’uomo, mentre nelle prime ore di domenica il sospettato veniva identificato come il 51enne Gabriel Wortman (nella foto Ansa). L’uomo indossava una divisa della polizia e guidava un’auto dell’Rcmp. Il corpo di polizia ha subito precisato che non si trattava di un agente. Infine, nella tarda mattinata di domenica, l’Rcmp ha riferito che il sospettato era alla guida di un altro veicolo, un suv Chevrolet di colore argento. L’uomo è stato affrontato dalla polizia nei pressi di una stazione di servizio a Enfiled, a circa 35 chilometri a nord di Halifax, intorno alle 11.40 del mattino (ora locale). Non è ancora chiaro se l’uomo sia stato ucciso dagli agenti o si sia tolto la vita. Il premier Justin Trudeau si è detto “addolorato dopo avere appreso della violenza senza senso avvenuta in Nova Scotia”.

Smontata la tesi di Michael Moore

Sul Canada considerato un paradiso terrestre rispetto agli Stati Uniti, il documentarista Michael Moore ha realizzato Bowling for Columbine. La tesi era che la vendita delle armi era un incentivo alla violenza e alle stragi negli States. Una tesi alla quale si è sempre opposto il mondo dei Repubblicani e del presidente Trump. “Se ci fosse stato qualcuno armato, avrebbe neutralizzato l’attentatore prima che potesse fare una strage”. Questa la risposta del presidente americano dopo un attacco terroristico  in una nazione dove la libera vendita d’armi è vietata. Una frase che Trump potrebbe ripetere anche commentando la strage canadese.

Commenti

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  • Menono Incariola 20 Aprile 2020

    Su questo argomento Trump e tutti quelli che si appellano al “Secondo Emendamento” hanno ragione da vendere. E questo, ovviamente, vale anche per l’Italia. Andrebbero anzi sviscerate le ragioni STORICHE di tale scelta, mai come oggi interessanti SOPRATTUTTO PER L’ITALIA.