Roma, i centri sociali si sentono “padroni” e sbeffeggiano i divieti: disordini a Rebibbia

17 Apr 2020 8:39 - di Roberto Mariotti
Rebibbia

Continuano a sentirsi intoccabili, i militanti dei centri sociali. Sono convinti di poter permettersi tutto, anche di violare i divieti imposti dall’emergenza coronavirus. Hanno trovato l’ennesima occasione per andare in piazza. L’hanno fatto davanti al carcere di Rebibbia, insieme ad alcuni familiari dei detenuti. Niente permessi, niente distanze di sicurezza. Uno schiaffo a chi rispetta le regole e a chi circola con le autocertificazioni in tasca dando conto di ogni movimento.

La “Rete Evasioni” davanti al carcere di Rebibbia

La protesta è di «solidarietà», hanno detto gli antagonisti di “Rete Evasioni”. Anche se poi questa «solidarietà» si è trasformata in tensioni e violenze. Il gruppo – già protagonisti di altre manifestazioni davanti al carcere di Rebibbia – ha sfidato i divieti della questura, come riportato dal “Messaggero” per dar vita a un sit-in.

Sette gli antagonisti “pizzicati” con i familiari dei detenuti

Multe a  sette antagonisti (tra questi anche familiari di detenuti) e denunce per manifestazione non autorizzata. La protesta è stata replicata anche in altre città, come Bologna, Firenze, Napoli. «I giorni passano e il governo ha scelto di ignorare la salute delle persone in carcere», hanno scritto sui social nei giorni scorsi. «Il risultato è il dilagare del contagio e le morti che si sommano a quelle dei giorni di protesta più accesa e ai numerosi suicidi. Vogliamo portare a casa le persone detenute».

I disordini a Rebibbia, tra proteste e cori

Durante il raduno non autorizzato a Rebibbia, i manifestanti hanno scandito diversi slogan. All’arrivo degli agenti, gli antagonisti hanno dato il via ai disordini. Inizialmente hanno tentato di dialogare coi poliziotti, i quali hanno chiesto di allontanarsi dalla struttura. Alcuni, però, hanno opposto resistenza e sono stati portati via a forza. Al termine dell’intervento delle forze dell’ordine, le proteste e i cori sono proseguiti per un altro lasso di tempo.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Denis Clavio 17 Aprile 2020

    Si sentono padroni, perchè sono al governo, Alvin ministri sono dei loro, il presidente della camera il bel fico è un loro capo; sicuro che so sentono intoccabili

  • lamberto lari 17 Aprile 2020

    Ho sentito a malincuore che frequentemente i medici impegnati nelle rianimazioni vista l’indisponibilità di respiratori hanno dovuto scegliere chi salvare se un paziente giovane o uno meno giovane! Allucinante…..eppure sono stati costretti ad auto infliggersi anche questa violenza, un dramma nel dramma! Eppure la scelta tra due brave persone è stata fatta, un anziano che ha dato al suo paese esempio di correttezza, di dedizione e sacrificio oltre che di un esempio sociale e contributo economico economico….e un giovane da cui il paese si aspetta le stesse identiche cose e cioè un futuro di benessere, prosperità e felicità! Purtroppo e dico purtroppo, perchè resto fedele al principio che non bisognerebbe mai dover scegliere tra salvare una vita piuttosto che un’altra, ma se questa è la legge spietata a cui soggiacere….le persone in galera (molti sono assassini spietati o hanno commesso delitti infami come stupri, atti di pedofilia ecc, la lista è lunga) non dimentichiamolo, se sono costretto a scegliere chi salvare questi……saranno gli ultimi!