Riformare la Costituzione se non si vuole che la burocrazia continui a spadroneggiare

21 Apr 2020 18:20 - di Caio Mussolini

Caro Direttore,

nella settimana del 25 Aprile, non entrerò nel merito di vicende che hanno segnato la storia d’Italia e più modestamente della mia famiglia. A mero titolo di verità storica, per dare un piccolo contributo alla proposta di Sylos Labini, ricordo a me stesso che negli anni bui ’43 – ’45 “la Canzone del Piave” fu inno nazionale, mentre “Bella Ciao” divenne la canzone della Resistenza solo negli anni ’60. Ma non faccio né lo storico né il critico musicale e quindi mi fermo qui.
Da italiano in giro per il mondo, mi preme maggiormente intervenire sulla figlia di quella data, ossia la Repubblica italiana, con la sua Costituzione. Viviamo un momento terribile, con il Coronavirus che può essere la mazzata finale a un organismo già moribondo di suo. Non ho mai pensato che fosse la Costituzione più bella del mondo, ma ho giurato su di essa, come militare. È la mia Costituzione. Che però in questa crisi ha mostrato tutti i suoi limiti. Parliamoci chiaramente: il premier Conte ha vinto la lotteria, è inadeguato al ruolo, fa il bullo sulla stampa tedesca e in TV e tutto il peggio che di lui si possa pensare. Ma con l’attuale Costituzione, nemmeno Superman potrebbe fare granché.
Con la carta del 1948, il Governo non ha poteri. Li avevano i partiti, e il motivo fu semplice: un governo debole aveva lo scopo di impedire a chi avrebbe vinto le elezioni del 1948 di spadroneggiare sui perdenti. E così fu. Consiglio la rilettura di un bellissimo contributo di Francesco Cossiga del 1991. La Costituzione volle prevedere un governo debole con partiti forti (la partitocrazia), decisioni lente e possibilmente condivise. Tutta questa roba non esiste più. Non esistono più i partiti, non c’è il pericolo che chi vince faccia fuori chi perde, la lentezza in tempi di globalizzazione è un lusso che possono permettersi solo i burocrati. Che infatti spadroneggiano. La democrazia – come qualsiasi strumento organizzativo – se non decide non serve a nulla.
La Costituzione del 1948 affidava centralità al Parlamento. Che oggi è chiuso per paura del virus. La legislazione è normalmente in capo al governo con la formula “decreto legge più fiducia”. Oggi, con il virus, basta un DPCM. Peraltro resi innocui dalla onnipotente burocrazia ministeriale che tutto può e niente fa. Oggi, un PM antimafia come Alberto Cisterna, dalle colonne del Riformista, ha scritto un pezzo bellissimo: “La sostituzione del deep state in auge in gran parte contrattualizzato e, quindi, tutto licenziabile o pensionabile con un tratto di penna è la prima delle riforme che il Paese dovrebbe esigere dopo la fine del Coronavirus”. Giusto, ma tale cambiamento lo si può fare solo cambiando la Costituzione. Le successive modifiche alla Carta del 1948, hanno solo peggiorato un impianto già insoddisfacente. Le Regioni nel 1970 e il federalismo del 2001 hanno creato solo un’enorme mole di contenzioso dinanzi alla Corte Costituzionale, una duplicazione di costi, competenze e poltrone.
Pensiamo che la spesa sanitaria dal 2001 a oggi è cresciuta di pochissimo sotto l’inflazione, eppure sono stati tagliati migliaia di ospedali e posti letto. Perché? Una crisi epocale come questa ha fatto esplodere tutto. Ordinanze sindacali, Presidenti di regione che si atteggiano a caudilli, rimpallo imbarazzante di responsabilità, task force che crescono come funghi mentre nessuno sa cosa deve fare e alla fine l’unica cosa che gli riesce è scaricare le responsabilità sull’altro, specialità nazionale sin dai tempi di Caporetto. Dove qualche responsabile del disastro venne pure premiato, invece che pensionato. Abbiamo una giustizia che pende tra garantismo che sfocia nell’impunità diffusa e un protagonismo assoluto e irresponsabile della magistratura che ormai sfoga tutte le proprie frustrazioni per un sistema che non funziona nelle indagini preliminari, dove i PM spadroneggiano per colpa di un’incauta riforma di fine anni ’80.
Abbiamo così un sistema accusatorio all’amatriciana, che fa rimpiangere il vecchio modello a un avvocato come Franco Coppi, non certo un pericoloso giustizialista. E ormai le indagini sono il processo, che inizia e finisce sui giornali. La verità (processuale) non conta più niente. La condanna è preventiva. Il Fatto quotidiano è la Cassazione. E oggi anche l’ENI. Il giustizialismo paga. Insomma, l’è tutto da rifare, direbbe Gino Bartali. Gli edifici brutti e vecchi, costruiti su fondamenta deboli e incerte, vanno demoliti prima del loro crollo.

Commenti

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  • Rocco MASTROCOLA 22 Aprile 2020

    Potrà sembrare fuori dal mondo ma le cause della fragilità della nostra strana democrazia sono state delineante da Walter Veltroni, primo segretario del PD – basta leggere il suo contributo per il libro di Andrea Cangini Senatore – F.I.- recentemente scritto in ricordo di suo padre, sepolto in camicia nera. Il veritiero e onesto commento di Walter Veltroni sembra provenire da altri mondi, poiché scrive queste testuali parole: “IL FASCISMO – ha scritto W.V. ex Segretario del PD – ha goduto di un ampio, diffuso e radicato consenso nel Paese. Rimuoverlo e cancellare l’analisi veritiera e onesta della sua natura ha reso fragili le basi della nostra democrazia”. Non dimentichiamo che la Costituzione “firmata” da De Nicola, è stata “scritta” il gran parte da Togliatti, il “Migliore amico di Stalin”….. Oggi si rasenta il ridicolo quando SI SCOPRE che il reato di APOLOGIA DEL FASCISMO, viene giudicato dal VIGENTE Codice Penale FIRMATO da Mussolini. Basta leggere il Regio Decreto 19 ottobre, n. 1398 -APPROVAZIONE DEL TESTO DEFONTIVO DEL CODICE PENALE, Dato a San Rossore, addì 19 ottobre 1930-VIII = 8° anno era fascista – firma di Vittorio Emanuele – Mussolini – Rocco. Visto che si sta forzatamente in casa, si può anche leggere e riflettere piuttosto che passare il tempo a fare ginnastica e lavarsi continuamente le mani. Rocco Mastrocola . Pescara, Città d’Annunziana.

  • Sergio Martiri 22 Aprile 2020

    Ho timore che se la Costituzione venisse riformata dall’attuale classe politica finiremo dalla padella nella brace. Il regime di stampo Cinese è sempre più reale.

  • federico 22 Aprile 2020

    La burocrazia spadroneggia perché la magistratura padroneggia. La prima cosa da fare sarebbe ripristinare l’immunità parlamentare, che era il contrappeso tra potere giudiziario e legislativo già previsto dalla Costituzione e cretinamente abolito.

  • GIUSEPPE MOSCHETTO 22 Aprile 2020

    di ridurre il peso della burocrazia se ne parla da decenni ma nessuno e’ stato capace di intervenire….. anzi il suo peso e’ aumentato di anno in anno. Professionisti e cittadini non ne’ possono piu’.

  • luigi piscitelli 22 Aprile 2020

    condivido

  • Rigon Domenico 22 Aprile 2020

    E’ una amara riflessione che condivido su tutto, in particolare sulla “burocrazia” .Dei miei 52 anni di vita lavorativa (e contributiva) ne ho lavorato 45 in ambiente pubblico, dopo i primi 7 in ambiente lavorati nel privato. Quindi ho potuto constatare di persona che la qualità del pubblico dipende molto dalla burocrazia . Avevo avuto l’illusione che nel ’94 con i governi di centro-destra si sarebbe verificata la vera svolta per modificare la “burocrazia” introducendo la meritocrazia, tanto decantata ma mai realizzata. Ho vissuto sulla mia pelle di tecnico cosa significa avere qualcuno che ti comanda privo delle capacità umane e professionali necessarie per svolgere il suo ruolo … Ho visto, purtroppo, anche i relativi conseguenti danni organizzativi ed economici che si verificavano. Devo dire che qualche “mosca bianca” l’ho anche incontrata … ma molto raramente…A questo punto credo ormai che nessuna forza politica (salvo anacronistiche e pericolose situazioni rivoluzionarie …da scongiurare) sia in grado di modificare questa situazione… perché condizionata dal cancro della burocrazia. Unica utopistica possibilità: un cambio radicale di mentalità dei cittadini …purtroppo molto ostacolata da una distorta informazione dei media …

  • Ado Berton 22 Aprile 2020

    Sono completamente d’accordo con l’autore dell’articolo: il nemico principale dell’economia Italiana è la burocrazia ed i burocrati di mestiere, che per assolvere la loro funzione è sufficiente che non facciano errori evidenti, quindi per non sbagliare è più che sufficiente non fare!