Rampelli: «Altro che “Cura Italia”, il 30% di scuole paritarie e private rischia il fallimento» (video)
23 Apr 2020 17:35 - di Sara Gentile
L’ira di Fabio Rampelli contro il governo. «Non dimenticare il grande patrimonio rappresentato in Italia dalle scuole pubbliche, paritarie e private, che lei sottosegretario conosce bene, ma che pure non compaiono nei decreti che fin qui abbiamo licenziato». È duro l’intervento di Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, al dl “Cura Italia“. Il parlamentare di Fratelli d’Italia attacca la maggioranza per “l’incredibile deriva autoritaria di Pd e M5S”. «Tra gli emendamenti che non sono stati neanche discussi e tantomeno votati nel corso della notte, ce n’era anche uno che avrebbe voluto dare ristoro a questi istituti. Non è un fatto ideologico: basta interdizioni. È un fatto pratico, intanto si tratta di aziende. Aziende in quanto tali. Le quali hanno avuto dallo Stato un ordine a non operare. E lo Stato, di quest’ordine che produce miseria, deve farsi carico».
Rampelli: «Le pompose dichiarazioni di Conte…»
«Ma di più. – dice ancora Rampelli – Alcune di queste scuole vivono solo di rette. Sono le scuole private, sono gli asili nido, sono quelle realtà che fuoriescono dalla domanda, dovuta a una carenza di risposta da parte dello Stato. Si chiama sussidiarietà. Lo Stato, nonostante le pompose declamazioni di Conte, che avrebbe voluto – questo era uno degli impegni programmatici, che è venuto qui a raccontare in quest’Aula – realizzare asili nido pubblici per tutti. Nonostante questo, lo Stato non è nelle condizioni di fornire questo genere di assistenza per tutte le famiglie che ne hanno bisogno. Lo sappiamo tutti. Interviene il privato e cerca comunque, ritagliandosi uno spazio di mercato, di consentire cosa? Alle famiglie, ai genitori (uomo, donna) di conciliare il proprio lavoro, la propria professione con la famiglia. E che cosa vogliamo fare? – dice ancora Rampelli – Se voi non sostenete queste realtà, lo sapete che cosa accade? Accade che le famiglie non hanno più, non avranno più, tra le tante libertà che gli abbiamo conculcato, questa facoltà».
«Un genitore su due sarà costretto a rinunciare al lavoro»
E poi ancora. «Un genitore dei due – presumo nove volte su dieci sarà la donna, la mamma – sarà chiamato a rinunciare al lavoro e a restare a casa. Come quarant’anni fa. E fortuna che siete pure di sinistra e che avete esibito in maniera pretestuosa e strumentale la grande questione delle pari opportunità. Lo dovete dimostrare adesso perché altrimenti il 30 per cento di queste aziende, di queste scuole e di questi istituti sono già in chiusura. In fase prefallimentare. Non c’è tempo – dice ancora Rampelli – non è più una questione di lana caprina, su cui potremmo stare qui a disquisire chissà per quante ore, sulla libertà di scelta dal punto di vista dei modelli educativi. Ma poi dovremmo discutere chissà quanto anche della scuola pubblica. Noi abbiamo una formazione e una sensibilità che ha sempre avuto particolare attenzione per la scuola pubblica. Ma la scuola pubblica dovrebbe una volta per tutte trovare il coraggio e l’orgoglio, con il sostegno del governo, di governi adeguati, per riemergere dal suo declino».