Più di 3mila contagiati in un giorno, i morti arrivano a 20.465. Rezza: “È ancora la fase 1” (video)
Crescono i ricoverati con sintomi (+173 rispetto a ieri), ma calano, per il decimo giorno consecutivo, i pazienti in terapia intensiva (-83). È quanto emerge dal bollettino della Protezione civile, che registra comunque ancora 3.153 contagiati in più rispetto a ieri. Per un totale di 159.516 casi in tutta Italia. I tamponi effettuati si attestano, poi, a 1.046.910. I guariti di oggi sono poi 1.224, che portano a 35.435 il totale, a fronte di 566 decessi (ieri erano stati 431), per un totale di 20.465. Infine le persone in isolamento domiciliare sono, come ha spiegato il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, 72.333.
Rezza: “Siamo ancora nella fase 1”
“Ci sono segnali positivi”, ma “non c’è dubbio che siamo ancora in fase 1”, ha commentato il direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Giovanni Rezza, parlando di “una coda di casi” dopo il lockdown e ricordando che “tra i tempi del contagio e la notifica possono trascorrere anche 20 giorni”. Per Rezza, comunque, anche quando i casi diminuiranno “il virus continuerà a circolare” e per la fase 2 sarà necessario rafforzare la medicina del territorio “per contenere nuovi focolai”. Sarà fondamentale, infatti, individuare i casi “con celerità”.
“Sui tamponi c’è stato un problema”
Un argomento strettamente connesso a quello dei tamponi, sui quali – ha ammesso il direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Iss, all’inizio “un problema c’è stato”, mentre ora “sembra che le cose stiano andando meglio”. Ma anche su un’altra circostanza Rezza ha voluto lanciare un avvertimento: anche di fronte al calo dei casi, continueremo a piangere i morti. “I decessi – ha detto – saranno l’ultimo indicatore a diminuire”.
Cosa sappiamo di recidive ed effetti a lungo termine
Da Rezza però sono arrivate anche delle rassicurazioni sull’effetto più a lungo termine del virus. “È nuovo e gli effetti che ha – ha chiarito – non solo del tutto noti. Nonostante il monitoraggio clinico dei pazienti sia limitato, per ora – ha poi aggiunto – non si assiste a residuati, a deficit di organi che possono persistere una volta che la persona è guarita”. Dunque, non sembra, almeno per il momento, che Covid-19 lasci conseguenze permanenti su chi ne è stato affetto. E una lettura in chiave non pessimista viene data anche dei casi di recidiva. “Ci sono recidive, la persona che sembra guarita, poi nuovamente è positiva”, ma – ha avvertito Rezza – servono approfondimenti. “Non è detto che la persona recidiva sia contagiosa“, ha spiegato il direttore del Dipartimento malattie infettive.