Ora le banche si tirano indietro sui prestiti veloci. Vogliono solo incassare? Ma non è sempre domenica…

23 Apr 2020 13:18 - di Antonio Pannullo
banche in italia

Adesso le banche si tirano indietro. E dicono che il governo non ha scritto bene il decreto. E ci vanno di mezzo i cittadini, come sempre. Vediamo come stanno le cose. E ci si mette pure il sottosegretario all’Economia e Finanze Alessio Villarosa a criticare il suo stesso governo. “Alcune banche stanno comunicando ai propri clienti di non poter erogare i finanziamenti fino a 25 mila euro coperti al 100% con garanzia pubblica a causa dell’esaurimento dei plafond dedicati”, dice.

Nessuno chiede alle banche di svolgere attività “sociali”

“L’Italia non può attendere oltre. Il sistema bancario nazionale ha bisogno di banche a partecipazione pubblica che svolgono la propria attività bilanciando logiche, criteri e condizioni di mercato con l’interesse pubblico alla tutela della stabilità del sistema economico e produttivo. E’ un grave errore chiedere alle banche di svolgere attività sociali”, sosteien il sottosegretario. Ma non avrebbe potuto dirlo quando il governo ha deciso il provvedimento del 25mila euro?

Il sottosegretario critica il suo stesso governo

A contestare le scelte del governo è il sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, che a quanto pare vorrebbe anche riformare il sistema bancario italiano sull’esempio tedesco. Prosegue infatti Villarosa con le sue argomentazioni. “Nelle economie più evolute, in primis in Germania – osserva -, il sistema bancario è ripartito in tre pilastri. Le banche private, le banche cooperative e le banche a partecipazione pubblica. Quest’ultime sono le banche istituzionalmente preposte ad erogare credito con tassi agevolati a famiglie ed imprese in difficoltà. Tutte le altre soluzioni non avranno gli effetti sperati”, conclude Villarosa.

Le banche debbono fare la loro parte

Non riusciamo a capire che cosa significhi. La colpa della mancata solidarietà è del governo o delle banche? Queste ultime, certo, non sono istituti di beneficenza, ma nessuno ha chiesto loro di farlo, come sostiene Villarosa. E’ una normale operazione, per giunta garantita. Lo Stato ha detto che garantisce lui, quindi cosa vogliono? Deresponsabilizzarsi come sempre? Hanno paura di non rivedere i soldi? Ma se garantisce lo Stato. C’è poi da dire che in un momento eccezionale come questo, le banche devono fare la loro parte. Non è che possono solo dare prestiti a tassi altissimi e poi “strangolare” chi ha la sventura di indebitarsi con loro.

L’Abi: non c’è interesse a ritardare l’eorgazione

Lo dice pure il direttore dell’Abi che le banche devono fare quello che è stato loro chiesto. “In questa fase non c’è l’interesse da parte delle banche a ritardare l’erogazione di liquidità, perché le difficoltà di famiglie e imprese poi si ripercuotono sui bilanci degli istituti con crediti deteriorati e assorbimenti di capitale. C’è la massima attenzione sulla necessità di intervenire rapidamente”. Lo ha ribadito Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi, in audizione davanti alle Commissioni riunite Finanze e Attività produttive. E allora di cosa sta parlando il sottosegretario?

Banca Intesa l’unica banca virtuosa?

Intanto si registra che Banca Intesa ha già erogato uno di questi prestiti veloci, a Bergamo. Esistono degli istituti virtuosi e altri meno, forse? Il ministero dell’Economia intervenga subito nei confronti degli istituti riottosi con tutti i mezzi, altrimento non se ne esce.

Commenti

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  • biagio 24 Aprile 2020

    Il bazuka si è inceppato e la verità incomincia ad emergere, è sempre la solita trovata pubblicitaria governativa. Miliardi come se piovesse adesso chicchi di grandine come noci di cocco …… non hanno sbagliato solo il DPCM hanno sbagliato e stanno continuando a sbagliate tutto, ma non hanno il coraggio di chiedere scusa.