Meloni, staff, task force, esperti: un esercito aiuta il governo. Ma che fanno oltre a spartirsi poltrone nei cda?

19 Apr 2020 18:08 - di Redazione
Giorgia Meloni Ansa foto

«Il Governo Conte comprende 65 membri più staff. Segretari generali. Capi gabinetto. Segreterie tecniche. Uffici legislativi. Dirigenti. 15 task force, 450 esperti/consulenti. E ancora nessuna traccia del decreto aprile. Cosa fa quest’esercito di persone? Famiglie e imprese aspettano»… va dritta al punto Giorgia Meloni in un tweet postato poco fa. E torna a chiedere contezza al premier Conte e all’esecutivo da lui guidato, di quanto promesso in teoria in annunci promozionali e fin qui disatteso nella pratica. E rabbia e disagi dei cittadini crescono a ogni ora che passa infruttuosamente.

Meloni, un esercito di persone in aiuto al governo: ma Conte che fa?

E non è solo una questione di indignazione sociale: l’erogazione a singhiozzo dei finanziamenti (inadeguati) garantiti dallo Stato preoccupa notevolmente, oltre le famiglie, intere categorie professionali. Sindacati e, chi più ne ha, più ne metta. Come già denunciato per altre “prestazioni” collegate all’emergenza coronavirus, per esempio, dagli alert dei consulenti del Lavoro sulla cassa integrazione, anche nella gestione della crisi di liquidità gli addetti ai lavori in trincea temono ritardi nei servizi che potrebbero ulteriormente preoccupare gli imprenditori, elevando all’ennesima potenza il rischio di tensioni e drammatiche reazioni. Del resto, aiuti, indicazioni, che Giuseppe Conte aveva promesso che sarebbero arrivati prima di Pasqua, sono ancora di là da venire. Un grande buco che il decreto di aprile avrebbe dovuto colmare. E che invece, continua a incagliare la catena di comando del governo su tempi e procedure disallineate rispetto ai tempi e alle necessità del Paese reale. La stessa distanza siderale che intercorre tra l’ok alla cura e lo stato inerziale che paralizza le fabbriche chiuse. Angoscia i lavoratori che non hanno ancora ricevuto tutti i soldi promessi per marzo. Che drammatizza la situazione delle famiglie. Che inquieta i risparmiatori. E di fronte a tutto questo, il Consiglio dei ministri rinvia ciò che non è più procrastinabile. E il decreto vedrà la luce solo a fine mese. I soldi, quindi, se va bene arriveranno (?) a maggio…

Non solo una questione di tempi

E non è solo una questione di tempi. Ma di sostanza del contributo vera e propria. E lo spiega nitidamente Giorgia Meloni, questa volta in un video postato su Facebook in cui sostiene che: «Siamo costretti a denunciare il grande bluff della potenza di fuoco annunciata, testuali parole, dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, quando ha presentato il decreto liquidità. Ci hanno annunciato 400 miliardi di prestiti garantiti dallo Stato. 200 miliardi destinati al mercato interno, 200 destinati all’export. Ma qualcosa non torna. Perché andando a leggere il decreto, si scoprirà che le risorse mobilitate dal governo italiano per questo obiettivo sono 2 miliardi di euro: uno per il mercato interno, uno per l’export. A meno che un miliardo di euro nelle intenzioni del governo italiano non abbiano un moltiplicatore di 200, e siano in grado di generare 200 miliardi di euro da una parte, e altrettanto dall’altra, le cose non stanno come dice Conte».

«Nel decreto liquidità manca la liquidità»

Già, perché prosegue la leader di FdI, «nel decreto liquidità manca la liquidità. E questo significa o che il massimo che l’attuale decreto può generare sono 20 miliardi di euro di prestiti, 40 miliardi di euro di prestiti. Ma non certamente 400 miliardi. Oppure che, come dice il ministro Gualtieri, queste risorse verranno messe dopo. Ma allora la liquidità la stiamo per vedere… Manca qualche settimana  o qualche mese prima che le imprese possano effettivamente cominciare a chiedere e ottenere queste risorse. Senza contare che, nonostante ci siano risorse garantite dallo Stato italiano. Nonostante le banche oggi prendano il denaro a un costo praticamente negativo, i tassi d’interesse saranno leggermente inferiori a quelli di mercato? Lasciati alla libera contrattazione tra le aziende e le banche? Comunque non tassi d’interesse vicino allo zero». E a proposito della dannosa discrasia tra necessità e risposte alle richieste d’aiuto, la Meloni rimarca: «Che è poi quella che sarebbe stata la cosa normale da chiedere e da pretendere in un momento come quello che stiamo attraversando. Quindi siamo molto distanti da quello che serve alle aziende italiane».

«Liquidità subito, garanzie reali»

Ossia: «Liquidità subito, garanzie reali. Tassi d’interessi vicino allo zero. E serve una quota a fondo perduto. Perché non si può dire agli imprenditori che hanno dovuto chiudere per decreto, che l’unica possibilità che hanno per continuare a lavorare è continuare a indebitarsi con le banche. Noi cercheremo di fare tutte queste proposte. E speriamo che il governo possa dedicarsi a queste materie che interessano davvero gli italiani, piuttosto che fare – come pare che stia facendo in queste ore – riunioni chilometriche tra i componenti della maggioranza per decidere come spartirsi le poltrone dei consigli d’amministrazione delle aziende strategiche dello Stato»…

 

Commenti

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  • Nicolo' 20 Aprile 2020

    Questi stanno studiando una cosa soltanto , Giorgia: come salvarsi lo scranno che hanno sotto al sedere.
    Ricordo che non hanno avuto pieta’ di nessuno quando eravamo al governo come centrodestra. Li’ la “responsabilita’ ” non contava, per la doppia morale dei compagni.
    Ora per loro manifesta incapacita’ vanno attaccati DURAMENTE. E vanno attaccati dove fa male, cioe’ dove sono divisi: Bisognerebbe portare in Parlamento una mozione contro il MES. E vediamo di farli cadere !
    Berlusconi stia attento a come vota, che viene soltanto chiamato dalle sirene che vogliono conservarsi il posto e nulla gli daranno in cambio, se non valanghe di tasse a ripagamento di debiti. Ricordo che suoi “delfini ” hanno gia’ condannato gli italiani a sopportare governi di sinistra (Alfano, e altri sono in lista d’attesa). Se spacca il CDX di nuovo per supportare il governo piu’ a sinistra di sempre, e’ FUORI DI TESTA !