Meloni: «Se Conte punta i piedi in Europa gli diamo il nostro sostegno, l’elemosina non l’accettiamo»

17 Apr 2020 12:43 - di Redazione

“Quello della riapertura non è tema da propaganda”. Dai microfoni di Sky Tg24, Giorgia Meloni attacca chi strumentalizza il tema del ritorno alla normalità. “Tutti vogliamo riaprire il prima possibile. Ma non vogliamo vanificare gli sforzi fatti finora. Io non ho elementi per dire quando bisogna riaprire”. Quando avverrà – prosegue la leader di Fratelli d’Italia –  non si dovranno discriminare filiere del lavoro. “Tutti quelli che possono riaprire, in sicurezza, devono riaprire. Al di là del lavoro che fai“.

Meloni: niente propaganda sulla riapertura

“Insomma non è un problema del lavoro che si fa. Ma quali sono le garanzie di sicurezza che si riesce a dare. Sul piano delle garanzie di sicurezza lo Stato deve fare la sua parte. Dall’inizio abbiamo chiesto che si occupasse della sanificazione dei posti di lavoro. Non credo questa fosse una cosa da demandare al privato. Lo Stato lo ha risolto con un credito d’imposta per chi sanifica. Che secondo me non ha alcuna utilità. E’ costoso sanificare tutti i posti di lavoro. Ma è sicuramente la cosa meno costosa da fare. Piuttosto che tenere chiuso e ristorare le aziende”.

Poi torna sul terreno minato del Mes. E del ruolo italiano all’interno della Ue. Sul fondo salva-Stati La Meloni non nasconde le differenze di posizione con Berlusconi. Con il quale ci sono divergenze che provengono da storie e sensibilità diverse. Ma il punto – aggiunge la Meloni – è un altro. Il dibattito spetta al parlamento, come dice anche Salvini. In una nazione normale che cosa Conte debba firmare nel consiglio europeo del 23 lo decide il Parlamento. Soprattutto quando è in  gioco una materia così importante. E sensibile”.

“Sosterremo Conte se punta i piedi in Europa”

La leader di FdI conferma con forza il no del sui partito a un’operazione che sa di commissariamento della politica economica. E sa di austerità. “Si vede andare in Parlamento e votare. E ogni partito mette la faccia sulle decisioni da prendere. Conte, invece, rifiuta la chiarezza del metodo parlamentare. Come è noto Fratelli d’Italia non vuole utilizzare il Mes. “Anche nelle versioni che ci vengono proposte senza condizionalità. Perché non è un regalo. Se Bruxelles ci vuole prestare i soldi nostri (che abbiamo versato) con gli interessi, non mi pare un grande regalo”.

L’italia – continua la Meloni – “non  ha chiaro il potere contrattuale che ha in questo momento. Siamo noi a decidere se esiste l’Europa. Un’Europa senza Gran Bretagna e senza Italia non esisterebbe più. Sarebbe una grande Germania che schiaccerebbe anche la Francia”. Quindi se Conte è capace di puntare i piedi in Europa, lo sosterremo. Non stiamo chiedendo l’elemosina”. Infine polemizza con il premier. Che ha accusato il centrodestra di aver indebolito la trattativa europea. “E’ esattamente il contrario. E’ grazie al lavoro delle opposizioni se il premier può fare la voce grossa a Brucelles”.

Commenti

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  • Menono Incariola 17 Aprile 2020

    Quando mai e’ pensabile, solo pensabile, che APPECORATI COME SASSOLI E GENTILONI NON SI METTANO DI TRAVERSO IN CASO DI VETO ITALIANO?
    E qui, dati i rapporti di forza, piu’ che battere inutili pugni sul tavolo, IL VETO E’ L’UNICO BASTONE USABILE.
    E poi, come anche recentemente sostenuto da Galbraith, RIPRENDERE A BATTERE MONETA, PER IL MOMENTO IN PARALLELO ALL’EURO.
    SALVIAMOCI DA SOLI, CHE E’ MEGLIO.