Meloni, Mes? Con Conte “coniglio da cilindro” e Colao ammaestratore, rischia di essere un cavallo di Troika

16 Apr 2020 11:16 - di Redazione
Meloni da Vespa dal suo profilo Facebook

L’atteggiamento del governo rispetto al Mes? Un «gioco delle tre carte» fatto sulle spalle degli italiani. Con il premier Conte «coniglio da cilindro» e il manager Colao come suo «ammaestratore». Ha le idee chiare, in merito alla gestione della situazione emergenziale, Giorgia Meloni. E ospite a Porta a porta da Bruno Vespa, ieri, sera, le ha esplicitate e argomentate tutte.

Meloni su Mes e governo ieri sera, ospite di “Porta a Porta”

Si comincia dal Mes. E non può essere diversamente. Il famigerato “strumento” europeo, rivisitato e corretto dalla Ue in era di pandemia, è al centro dell’agenda politica. Ma, via via che passano i giorni, la posizione dell’esecutivo invece di farsi più chiara e netta, acquisisce i contorni della odiosa speculazione propagandistica che non può che provocare ricadute pesanti sulle spalle e nelle tasche degli italiani. «Stasera in questa nuova posizione – spiega allora la presidente di FdI nel salotto di Raiuno – Conte dice “vedremo alla fine se ci sono o non ci sono le condizionalità”. Ma se in tutti questi giorni abbiamo parlato di una presunta nuova linea con condizionalità, leggere… Mi pare un po’ un gioco della tre carte». Quindi, poco dopo aggiunge anche: «Abbiamo un Parlamento che lavora una volta a settimana. Mille persone pagate profumatamente dagli italiani che lavorano poco o niente. In compenso abbiamo 120 persone che coadiuvano il governo. Sono molto incuriosita da questa task force capitanata da Colao. Vorrei capire di cosa parliamo». Del resto, prosegue la Meloni, «già non ero convinta di un presidente del Consiglio “coniglio dal cilindro”. Ma adesso, con l’ammaestratore del coniglio dal cilindro, mi pare veramente che la democrazia si stia un po’ perdendo».

«Il Mes per le spese sanitarie rischia di essere un cavallo di Troika»

E a sostegno della sua teoria, la leader di FdI aggiunge e analizza: «Spero di essere smentita, ma oggi sono convinta che la linea di credito senza condizionalità del Mes per le spese sanitarie rischi di essere un “cavallo di Troika”. Se non restituisci i soldi che chiedi in prestito come dicono loro. E nei tempi che stabiliscono. E indipendentemente dalla difficoltà che hai, puoi ritrovarti lo stesso la Troika dentro casa. Se non stiamo attenti, è questo quello che può succedere». Del resto, a stretto giro la Meloni intervistata da Bruno Vespa, sostiene anche che «da come la sentiamo, sembra che l’Ue ci voglia regalare 36 miliardi. Ma l’Ue non ci regala 36 miliardi. Ci fa un prestito su cui pagheremo gli interessi». E lo dice forte e chiaro il presidente di FdI, Giorgia Meloni, asserendo che «non è solo questione di interessi. Che succede se poi non si riescono a restituire i soldi? Ci vengono a guardare i conti, e il commissariamento della Troika è sempre possibile. Se noi andiamo sul Fondo Salva Stati, in assenza di condizioni vantaggiose, come sarebbero invece gli eurobond, noi andiamo a stringerci il cappio al collo. Il documento uscito dall’Eurogruppo è assolutamente svantaggioso per Italia. E Conte – chiosa la Meloni – non dovrebbero firmare nulla che non prevedesse gli eurobond e un ruolo diverso della Banca Centrale europea».

«Conte non può negare al Parlamento la possibilità di esprimersi»

Non solo. Dopo aver analizzato e contestato la sostanza dell’approccio politico del governo rispetto al Mes, Giorgia Meloni contesta anche il modo di procedere di Conte a riguardo. E tuona: «Non dare la possibilità al Parlamento di esprimersi sul Mes non è esattamente il modo giusto di procedere. Presidente Conte: se lei vuole guardare in faccia gli italiani. E non vuole lavorare con il “favore delle tenebre”, venga in Aula e accetti un voto parlamentare». Un richiamo, quest’ultimo, rivolto dalla Meloni anche in un appello su Facebook. «Un voto in cui – sottolinea la leader di FdI – ciascun partito e ciascun parlamentare possano assumersi la loro responsabilità di fronte agli italiani e di fronte alla storia. Perché altrimenti, sì, si preferisce lavorare con il favore delle tenebre». Infine, ull’informativa in Parlamento del premier Giuseppe Conte, prima del Consiglio Ue, durante la quale non sono previste votazioni, la Meloni afferma con decisione: «Conte ha deciso di non accettare il voto parlamentare. Mentre sarebbe stato un fatto di chiarezza votare su queste questioni in Parlamento. Cosa che avrebbe rafforzato il ruolo dello stesso Conte in Europa».

E sugli spot a reti unificate del premier…

E tornando sulla vexata quaestio degli spot di Conte e del governo, la Meloni riferendosi al premier aggiunge anche: «Dopo aver detto, in una specie di conferenza stampa a reti unificate, guardando dritto alla telecamera, che il governo italiano non lavora con il favore delle tenebre. Che guarda in faccia il popolo italiano. E che sul Mes guarderà in faccia il popolo italiano, Giuseppe Conte decide di venire in Aula ma di non accettare un voto parlamentare prima di andare al Consiglio europeo. Quando Conte dovrà decidere cosa dire sul Mes. Sugli Eurobond. E sugli strumenti europei a fronte della crisi sul coronavirus».

Tutte le difficoltà sulla ricostruzione

Infine, sulla fatidica fase 2. Su riaperture e ricostruzione, la Meloni, dopo aver chiarito che, a suo giudizio, «tutti quelli che possono garantire le distanze devono riaprire. Senza discriminazioni tra chi apre prima e chi apre dopo», dichiara: «Penso che Conte non sia in grado di affrontare la ricostruzione. E che anche questo Parlamento abbia delle difficoltà. Perché è un Parlamento in cui non esiste una maggioranza coesa. Siccome la ricostruzione richiede anni, penso che sia più agevole, appena sarà possibile, magari in autunno, ragionare di elezioni e chiedere agli italiani con quale visione economica vogliono ricostruire nei prossimi cinque anni». Perché, conclude Giorgia Meloni, «credo che la democrazia sia sempre la soluzione migliore».

In basso, il video dell’intervento di Giorgia Meloni ospite a Porta a Porta ieri sera (dalla pagina Facebook della leader di FdI)

 

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  • federico 16 Aprile 2020

    “De Gasperi ci svende agli americani per un tozzo di pane!” urlava Togliatti a proposito del piano Marshall