Mascherine, l’imprenditore arrestato ricorre al Tar contro Consip. Ma ha taciuto i debiti con l’erario

10 Apr 2020 14:16 - di Redazione
MASCHERINE CONTRO IL CORONAVIRUS

Si terra’ martedi prossimo l’interrogatorio in carcere per Antonello Ieffi, l’imprenditore arrestato ieri con le accuse di turbativa d’asta e inadempimento di contratti di pubbliche forniture nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Roma su un lotto di gara Consip da 15,8 milioni euro per l’acquisto e la fornitura di mascherine.

“Da quello che emerge le accuse nei confronti di Ieffi sono infondate”, sostiene l’avvocato Andrea Coletta, difensore dell’imprenditore.

“La società Biocrea e Ieffi hanno agito nel rispetto dell’accordo quadro con Consip. Va chiarito che Consip non recede dal contratto per un inadempimento. Ma perchè – spiega il penalista che assiste Ieffi – in sede di partecipazione al bando, il legale rappresentante della società aveva dichiarato che non aveva debito nei confronti dello Stato“.

“Ma dalle verifiche effettuate successivamente è emerso invece – aggiunge il legale dell’imprenditore – che c’erano delle cartelle esattoriali per 150.000. E per questo motivo Consip ha deciso recedere dal contratto”. Perché l’azienda che avrebbe dovuto fornire le mascherine aveva dichiarato il falso.

“Inoltre – ricostruisce l’avvocato Coletta – c’è una comunicazione che Ieffi ha inviato a Consip per segnalare il ritardo nella fornitura dove ha anche indicato i riferimenti del deposito in cui si trovavano il 18 marzo le mascherine”.

Consip, seppur dai controlli fatti eseguire dalla Agenzia delle Dogane presenti nell’aeroporto che avrebbero riferito di non avere trovato le mascherine, ha risolto il contratto”, ricorda il penalista. Ma, aggiunge, “non per il presunto inadempimento della Biocrea. Ma per la falsità della autocertificazione resa sui debiti di 150 mila e risalenti al 2010 della società”.

“E per i motivi di risoluzione operati da Consip – conclude il legale di Ieffi – che noi riteniamo illegittimi. Comunque – avverte – ricorreremo al Tar“.

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