Martella “spiega” la task force contro le fake news. Mollicone: si occupi delle bufale del governo

9 Apr 2020 20:03 - di Redazione
Martella

L’unità di monitoraggio anti-fake news “non ha alcun potere di vigilanza. E  tanto meno sanzionatorio o inibitorio. Solo un gruppo di lavoro chiamato a focalizzare il fenomeno delle fake news. E a fornire strumenti conoscitivi ai cittadini utenti del web”. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Andrea Martella.

Martella difende la task force anti-bufale

Parole pronunciate sotto la pressione dell’interpellanza urgente di Fratelli d’Italia, svolta in aula da Federico Mollicone. Martella ha sottolineato che la task force “riveste un carattere temporaneo. Giustificato dalla fase emergenziale. E che l’ambito di attività è circoscritto alle tematiche della diffusione del covid-19. Per “contenere il pericolo che la disinformazione ossa indebolire le misure di contenimento”.

Il sottosegretario ha precisato che l’attività dell’organismo è “a titolo gratuito. Non prevede rimborso spese. E non comporta oneri di alcun genere per la finanza pubblica”.  Martella ha aggiunto una verità scontata. “Una fake news si diffonde molto più velocemente rispetto a una notizia veritiera“.

Mollicone: pensi alle fake news del governo

Per nulla soddisfatto Mollicone invita la task force a occuparsi delle bufale del governo. ”Vanno sicuramente messi in campo strumenti per il contrasto alla disinformazione in rete. Non vorremmo, però, che la task force proposta dal sottosegretario Martella, divengao uno strumento di censura politica. Sullo stile orwelliano”. “Il Parlamento – ha sottolineato Mollicone – prima della chiusura era intento a legiferare sulla costituzione di una commissione d’inchiesta. Proprio sulla disinformazione online. Fratelli d’Italia propone l’adeguamento delle normative delle piattaforme digitali alle norme costituzionali in materia di libertà d’espressione. Ee di libertà di stampa per evitare forme patologiche di censura preventiva. Come avvenuto in alcuni casi anche con account giornalistici”.

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