Macron se la passa male: per il 65% il suo governo è incapace, per il 58% lui è un cattivo presidente
Il governo Macron crolla nei sondaggi. Dopo il fumo negli occhi dei “discorsi alla nazione”, i francesi hanno preso atto che il governo naviga a vista. Per il 65% dei cittadini, l’esecutivo di Parigi «non è all’altezza della situazione» dall’inizio della crisi sanitaria da Coronavirus. Un tasso percentuale che non è cambiato rispetto al mese scorso. E il 62% del campione interpellato non ripone fiducia nel governo e nella sua capacità di gestire l’allentamento delle restrizioni a partire dall’11 maggio. È quanto emerge da un sondaggio Odoxa CGI per France Inter, l’Express e la stampa regionale.
Macron impopolare, la presenza in tv comincia a stancare
Per il 58% Macron è un cattivo presidente, contro il 42% di opinione contraria. Il premier può contare su percentuali leggermente più positive, con una crescita di 5 punti dei consensi ad aprile e di 11 punti in due mesi, ma resta perlopiù impopolare (53% contro 46%). Con il passare dei giorni, però, il dato potrebbe peggiorare, come sta avvenendo in Italia. Dopo le prime settimane di presenza mediatica, i fatti “condannano” chi opera scelte sbagliate. Non a caso, come dimostrano i dati diffusi da Piepoli, per Conte «è stato alto nel gradimento, ma l’ultima prestazione può pesare di -5%».
Il governo prepara l’uscita dal lockdown
Il governo francese cerca di correre ai ripari. L’11 maggio riapriranno in Francia tutti i negozi, con clienti distanziati di almeno un metro l’uno dall’altro. Gli asili nido, gli asili e le scuole elementari usciranno dal lockdown «su base volontaria e in modo graduale», con un numero di bambini e allievi limitato. Bar e ristoranti invece rimarranno chiusi almeno fino a fine maggio, quando si prenderà una decisione su una loro eventuale riapertura il 2 giugno. Ma altre misure per la fine del confinamento saranno definite in modo diverso regione per regione, in funzione dei contagi e dei posti negli ospedali a livello locale. In un intervento all’Assemblea nazionale, il premier Edouard Philippe ha precisato anche che il telelavoro dovrà proseguire «ovunque sia possibile, almeno nelle prossime tre settimane».