Lombardia, quello delle Rsa è un finto scandalo. La sinistra mente sapendo di mentire
Lo “scandalo” Rsa, la magistratura e la scienza. Riceviamo da Andrea Migliavacca e volentieri pubblichiamo
Quando la scienza accarezza la politica (o viceversa) e questo accade, di solito, per un reciproco tornaconto, come minimo, entrambe perdono di obiettività e dunque di credibilità. È sempre accaduto, anche in tempi apparentemente più bui di questo. Le numerose informazioni circolano così vorticosamente che risulta difficile recepirle ed anche filtrarle, seppure molteplici siano le fonti. Nulla è certo, neppure l’origine del Covid.
Rsa e responsabilità
E mentre il marasma domina la vita di tutti, nell’apparente tranquillità domestica, dove ogni giorno è uguale al precedente e probabilmente a quello successivo, l’unica certezza è la presunta responsabilità del Governatore della Lombardia. Fontana e Gallera nel mirino del Governo delle opposizioni locali e di tutti i benpensanti, per la gestione dell’emergenza sanitaria; in particolare per i numerosi decessi nelle RSA. Luoghi desolati nei quali vengono accompagnate, o dove volontariamente, si isolano, persone non necessariamente anziane o afflitte da infermità mentali e/o fisiche. C’è chi non ha più nessuno e chi non vuole essere di peso ai propri congiunti, seppur ancora autonomo.
I “rituali” in Italia e all’estero
Ovunque, in Italia, ma anche all’estero, si assistono ai medesimi rituali. Gli “ospiti” più attivi vengono radunati nei saloni, narcotizzati dal maxischermo (e forse da qualcos’altro); quelli meno presenti, allettati o accomodati sulle poltrone, nelle loro stanze, a contemplare il vuoto. Talvolta in attesa del saluto di un caro, talaltra dell’ultima destinazione. Qualunque sia la struttura, superlusso o economy, e qualunque sia il prezzo, di base elevato, eccezionalmente inavvicinabile, il quadro drammatico è quello.
Il personale medico e infermieristico nelle Rsa
Nelle RSA c’è, poi, il personale medico, quello amministrativo e quello sanitario, dove infermieri ed inservienti, sono evidentemente numericamente superiori ai primi. Per chi, malauguratamente abbia avuto una o più esperienze con queste strutture, si ritroverà in questa cruda e forse cinica descrizione ed avrà avuto modo di comprendere che qualunque sia il livello di attenzione nei riguardi del paziente, il personale infermieristico (inteso nella più ampia accezione) è talvolta organizzato in cooperativa.
L’ottimizzazione dei profitti
Un fenomeno di terziarizzazione (termine orrendo anche da pronunciare), che sottende l’ottimizzazione dei profitti e delle risorse. Altrettanto spesso, la cooperativa, che raccoglie un vasto numero di soci-lavoratori, pronti a soddisfare il fabbisogno del committente (nel caso le RSA), ha spesso più appalti, quindi più committenti. Per scelta del socio o per esigenze organizzative della cooperativa, ma anche del committente, il luogo di lavoro potrebbe variare, rispetto a quello abituale. Terreno fertile per vertenze sindacali.
Le strutture di ricovero
Ecco, dunque, che il distacco del socio-cooperatore, magari positivo al Covid ed asintomatico, in più strutture di ricovero per anziani, possa essere stato la causa di più focolai, per quanto accorto. Molti anziani, poi, insofferenti a qualunque cosa, non avrebbero mai potuto tenere addosso le mascherine; altrettanto difficile, ove non impossibile, impedire loro di portare le mani alla bocca o agli occhi.
Rsa e l’accertamento delle responsabilità
Con tutte queste morti, è legittimo interrogarsi sulle cause e sulle responsabilità, ma è accusata solo la Lombardia, seppur i protocolli siano gli stessi di altre regioni. L’autonomo agire della magistratura non deve rappresentare la scusa, come s’è sentito dal leader del M5S, Crimi, per commissariare l’efficiente Lombardia – che ha eletto i propri vertici democraticamente – magari con un incapace qualunque: il solito amico degli amici.
crimi ….. tu vedi di commissionare solo ed esclusivamente quei pochi neuroni che risiedono all’interno della tua scatola cranica palesemente quasi vuota