L’inviato delle Iene: «Ma quali 15 giorni, dopo un mese sono ancora positivo». E lancia l’allarme

6 Apr 2020 16:13 - di Sara Gentile
Le Iene

Alessandro Politi, inviato de Le Iene, è ancora positivo al coronavirus nonostante sia passato quasi mese e nonostante i sintomi siano scomparsi quasi subito. L’inviato si chiede: bastano davvero 15 giorni di isolamento per uscirne? Nel suo caso no. Quindi si chiede quanti potrebbero essere positivi senza saperlo. Non tutti, infatti, sottoposti al test. «Ho avuto febbre e tosse per pochi giorni, poi mi sono sentito bene. Ma dopo un mese il mio tampone è ancora pienamente positivo», ha raccontato attraverso i microfoni del programma di Italia 1, in un video pubblicato sulla pagina Fb de Le Iene.

La trasmissione ferma da un mese

La trasmissione è ferma da ormai un mese a causa del contagio di Alessandro Politi, ma tornerà in onda il 23 aprile. La Iena ha raccontato di essersi svegliato il 5 marzo con un forte mal di testa, febbre alta e un po’ di tosse. «In quel momento non c’erano ancora i decreti di chiusura. Provo in tutti i modi a farmi fare un tampone, anche se non vogliono farmelo perché non ho una sintomatologia così grave».

Le Iene, la testimonianza di Politi

Politi ha insistito in ospedale di essere sottoposto al tampone spiegando di essere un giornalista e che quindi sarebbe potuto entrare in contatto con molte persone. A quel punto è stato sottoposto all’esame che ha dato esito positivo al Covid-19. «La cosa sorprendente è che la sera stessa con una tachipirina la febbre è passata, il giorno successivo avevo meno sintomi e al terzo giorno non avevo più niente», ha raccontato la Iena. Quindi senza il tampone avrebbe potuto pensare di aver avuto una semplice influenza.

Le Iene, il test dopo la quarantena

Dopo il periodo obbligatorio di quarantena, è stato rifatto il test: era ancora positivo. Il 3 aprile si è sottoposto ad un altro tampone. «Ormai è quasi un mese che sono senza sintomi, ma l’esito è sempre lo stesso: pienamente positivo». L’inviato de Le Iene si è chiesto se ciò sia normale: «I medici hanno ipotizzato che potrei aver preso una carica virale più aggressiva. Il mio corpo fortunatamente la sta gestendo bene ma ci vuole più tempo per debellarla».

L’importanza del tampone

Ora Alessandro Politi si chiede perché le istituzioni italiane permettano alle persone che hanno avuto i sintomi come lui di uscire di casa dopo 15 giorni senza che venga eseguito un tampone. «Quante persone potrebbero essere a lavorare con il rischio di diffondere il virus? Come si è deciso che i quindici giorni siano sufficienti, se io dopo trenta giorni sono ancora positivo?». Quindi conclude con un altro interrogativo: «Non è che forse il contagio tarda a fermarsi anche per questo motivo?».

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