L’epidemia cinese non poteva essere prevista? Nel 1927 qualcuno avvertì sul “pericolo giallo”…
La frase più gettonata che riecheggia durante queste giornate, profferita da grandi scienziati, uomini e donne di governo, talvolta anche da esponenti dell’opposizione è la seguente: “Non potevamo prevedere….”.
Vediamo di fare un po’ di chiarezza.
In era di globalizzazione, che tanto piace, o forse piaceva, a lorsignori, nella contingenza, cioè in cui l’intero pianeta è gravato da una uniformità totale di scambi incontrollati e incontrollabili di tutto ciò che è scambiabile ( uomini, merci, servizi ecc.) non ci voleva molto ad ipotizzare che l’insorgenza di una epidemia in Cina, paese che peraltro guida la fila dei talebani del mercato globale, potesse avere delle immediate ripercussioni nel nostro paese.
Ricordiamo tutti le accuse di razzismo
Al proposito però tutti ricordiamo le accuse di razzismo e sovranismo che si sono levate contro coloro che osavano soltanto porre il problema. Ricordiamo e lo diciamo con il massimo rispetto istituzionale, il Capo dello Stato andare in giro per le scuole abbracciando i bambini non solo cinesi per la verità con una insostenibile leggerezza quantomeno mediatica.
In verità nulla si è voluto prevedere, in nome del politicamente corretto e della sciocca risonanza data dalla stampa allineata a gesti similari.
Ma tant’è; questo è il governo che ci è stato imposto, non a seguito di libere elezioni ma dal concerto di poteri dei quali, in coscienza, non sappiamo ancora scorgere le origini e i connotati.
Nel 1927 qualcuno aveva previsto il pericolo giallo
Ci resta solo il piacere, amaro, di ricordare che quasi un secolo fa, durante la cerimonia di incarico dell’ambasciatore italiano a Pechino, l’allora Presidente del Consiglio dei Ministri profferì una frase del seguente, preciso, letterale tenore: “ Attenzione al pericolo giallo. Nei prossimi decenni ci dovremo guardare dall’espansionismo cinese. Invaderanno il mondo con la loro smisurata prolificità, con i loro prodotti a basso costo, e con le epidemie che coltivano al loro interno”.
La data è il 1927; il nome non lo citiamo per non incorrere negli strali delle varie e variopinte leggi che si sono succedute dai tempi di Scelba in poi.
Un popolo può definirsi grande solamente quando non ha paura della sua storia e soprattutto non si vergogna di essa.
Vorrei ricordare un’ altra frase:
“Governare gli italiani non è difficile è inutile”.
E oggi lo si sta dimostrando perché in Italia non vi è democrazia ma anarchia, ognuno fa quello che vuole senza rispettare né la costituzione, così sempre pontificata, né le leggi buone o cattive che siano.
Il capo del governo in vigore nell’anno 1927 era quanto mai lungimirante, profetico, oggi la realtà conferma perfettamente quanto Lui previde.
Oggi frutta verdura fiori, piante ornamentali, marciscono e devono essere inviate alle discariche perchè siamo un popolo di vecchi oltre che ignoranti, non c’é nessuno che provveda alla raccolta e alla semina. Dopo che gli italiani terrorizzati, fino a ieri chiudevano le frontiere agli immigrati, “siamo invasi” adesso imploriamo alla Romania di inviarci braccianti ma anche medici, docenti scolastici, muratori ecc. adesso chiediamo, imploriamo di essere invasi..
Quel capo del governo del 1927 aveva istituito il premio di natalità a partire dal secondo figlio. Nella mia famiglia eravamo cinque fratelli, mio padre usufruì di quel premio.
Lui (BM) era troppo avanti
Il nome era quello dell’ultimo grande statista dotato d’intelligenza e di visione lungimirante. L’unico a cui il tempo sta dando ragione e che, al di là delle chiacchiere di parte, ha sempre operato per il bene e nell’interesse della Patria.