La cultura non va abbandonata, il governo si svegli dal suo torpore
Caro Battista, raccogliamo l’appello di stamattina sul Corriere per un Fondo della cultura ma rivendichiamo di essere stati la prima forza politica a proporlo fattivamente in parlamento. Nonostante Conte non abbia menzionato i luoghi della cultura, gli spettacoli e i lavoratori dell’industria culturale nella conferenza stampa di ieri sera, la cultura deve poter avere una “Fase 2”, una programmazione per garantire la riapertura delle imprese, il lavoro degli addetti e la fruizione da parte degli utenti. La cultura vale 1 milione e mezzo di occupati e muove fino al 16% del PIL. Ogni euro investito in cultura ne attiva 3 in altri settori. Abbiamo portato avanti una guerriglia parlamentare, con emendamenti, atti e risoluzioni, ma il governo ha mantenuto la propria impostazione, con interventi minimi o nulli. Fratelli d’Italia è riuscita, su proprio impulso, a modificare il calendario delle commissioni per garantire il dibattito su una risoluzione complessiva sulla cultura, l’editoria e lo sport. Vanno, quindi, garantiti nel decreto “Aprile” l’estensione del fondo per le emergenze anche ai settori dell’industria libraria, fonografica, discografica, dei servizi museali, delle mostre temporanee – così da trasformarlo in un vero e proprio Fondo per le arti nazionale – con una dotazione almeno di mezzo miliardo, l’introduzione di un credito d’imposta per gli affitti di teatri, cinema e sale per spettacoli, l’estensione del reddito di ultima istanza anche ai lavoratori dello spettacolo, l’aumento dell’indennità già introdotta, un prolungamento della durata dei provvedimenti per le sospensioni contributive e tributarie, un credito d’imposta per l’editoria per l’acquisto della carta. È necessario introdurre delle misure specifiche a sostegno della domanda di prodotti culturali per scongiurare il rischio che i cambiamenti di comportamento di consumo diventino strutturali, causando una flessione nella richiesta di domanda di cultura per molti mesi. In particolare, chiediamo al ministro Franceschini di recepire, guardando già al rilancio dell’Italia culturale, la nostra storica proposta per la detrazione dei consumi culturali individuali, come l’acquisto di dvd, libri, biglietti per teatro e musei, alla pari della detrazione a fini fiscali dei ticket medicinali, e di aumentare i termini di validità dei voucher per gli eventi e spettacoli da 12 a 18 mesi, dato che riorganizzare la stagione degli eventi teatrali o di musica sarà complicato alla luce dell’affollamento dei calendari che si avrà in seguito alla fine dell’emergenza e le difficoltà organizzative per l’emergenza pandemica. Franceschini si faccia sentire sui tavoli del governo, ne va della sopravvivenza della bellezza italiana. Il tracollo economico previsto deve essere ammortizzato da misure straordinarie per imprese e lavoratori della cultura. Non possiamo permetterci una Nazione senza cinema e teatri, senza librerie, editori, promotori, distributori di libri, traduttori, parchi divertimento, senza spettacoli, senza concerti, senza produzioni cinematografiche, senza musei, senza gallerie d’arte.