“Il Covid-19 devasta anche il cuore”. Gli ultimi studi dello Spallanzani

19 Apr 2020 12:56 - di Penelope Corrado

“Da quello che abbiamo potuto riscontrare finora dagli esami autoptici condotti allo Spallanzani, le vittime di Covid-19 muoiono per scompenso cardiorespiratorio”. A parlare sul Corriere della Sera dello studio condotto in collaborazione con Franca Del Nonno, responsabile di Anatomia patologica, e Nicola Petrosillo, direttore del Dipartimento clinico, è Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani, specializzato in malattie infettive.

Le ultime informazioni dallo Spallanzani

“Tutti i pazienti – spiega – presentano una polmonite bilaterale interstiziale associata ad una vasculite, ovvero una forte infiammazione dei vasi sanguigni. Inoltre sia il cuore che i polmoni vanno in fibrosi. Che vuol dire che si ispessiscono e si affaticano fino a che non reggono più”. Ed è per questo che molti parlano dell’utilità di una terapia con l’eparina, concorda l’esperto. “Ma voglio innanzitutto ricordare una cosa – precisa – che questo è un virus che stiamo studiando adesso e che la cosa importante è che le persone guariscano. Comunque all’inizio, con i primi pazienti che ci siamo trovati a trattare, ovvero i due turisti cinesi di Wuhan, abbiamo usato degli antivirali combinati e l’azitromicina che è un antibiotico, ma lo abbiamo utilizzato per la sua azione antinfiammatoria. Su chi è ricoverato in terapia intensiva è invece molto efficace” l’antivirale “remdesivir”.

Le terapie antivirali e i nuovi studi sul covid-19

Successivamente, spiega Vaia, “abbiamo notato che la forte infiammazione che questo virus scatena produce interferone e interleuchina, che attivano i sistemi coagulativi. Per questo abbiamo introdotto dei farmaci che sono ora alla sperimentazione dell’Aifa: il tocilizumab e sarilumab. Sono medicinali anti-artrite. I primi dati empirici sono favorevoli, ma serve approfondire. Ora, sui pazienti ricoverati procediamo anche così”. “La vera novità è quello che si sta facendo sul territorio – sottolinea – ovvero sui pazienti positivi in isolamento domiciliare. Esu cui la direzione dello Spallanzani sta portando avanti uno studio. Stiamo cioé sperimentando l’uso di clorochina e idrossiclorochina, che sono antivirali e al tempo stesso antinfiammatori. Uno studio che finora sembra dare risultati promettenti. Ma che va monitorato perché sembra che possa dare effetti collaterali”.

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