Hotel Covid: i residenti hanno paura. Tafferugli continui di migranti: basta una sigaretta o dargli cibo in Ramadan
Quella dell’Hotel Capannelle trasformato all’occorrenza in ricovero Covid-19, è ormai una pericolosissima polveriera sul punto di esplodere. il drammatico teatro di un forte malcontento ormai non più solo serpeggiante tra i residenti, ma anche pericoloso coacervo di tensioni tra gli ospiti. I migranti – di cui non si conosce la provenienza né lo stato di salute – presidiano struttura e quartiere. Dove, non paghi di essere ospitati con vitto e alloggio gratis, gli extracomunitari rispondono ad accoglienza e cura con continui tafferugli. Tanto da rendere necessario, ogni sera, l’intervento di volanti e vigili del fuoco. Il personale sanitario all’interno, infatti, non sarebbe più in grado di gestire una situazione incandescente. Solo poche sere fa ci sono stati altri disordini, ha fatto sapere un residente. Perché? Perché gli stranieri ospiti del centro si sono lamentati dei pasti serviti nonostante il Ramadan. Ma la scusa per protestare può consistere anche nella richiesta di violare la quarantena e uscire per fumare. E molto altro ancora…
Migranti all’Hotel Covid, una polveriera sul punto di esplodere
I disordini in quel quadrante della città che ospita stranieri di diversa provenienza, sono ormai all’ordine del giorno. Le forze dell’ordine impegnate h24. La sicurezza sanitaria e i problemi di ordine pubblico incombenti di continuo. Tanto da alzare il livello di guardia a ogni ora che passa. I residenti sono allo stremo. All’esasperazione. Tanto che, proprio oggi, e dopo i disordini degli ultimi tre giorni in particolare, la stessa presidente del VII municipio, la grillina Monica Lozzi, ha reso noto la lettera inviata all’azienda sanitaria. Una missiva in cui, tra l’altro, la Lozzi sottolinea: «Bisogna gestire tutto garantendo la sicurezza. Per chi è li dentro e per i cittadini fuori». Residenti che, mentre lei cade dalle nuvole, denunciano tensioni e disordini, di chi entra ed esce senza i presidi di sicurezza. E, sopratutto, paventano la paura più grande: che da Centro Covid la struttura possa diventare un centro d’accoglienza una volta finita l’emergenza.
L’accordo tra Regione Lazio e strutture alberghiere per tramutarle in ricoveri Covid
Il quartiere in questione è tra i più popolosi, con circa 300 mila abitanti tra i suoi residenti. Residenti ormai furiosi e che, dall’inizio dell’emergenza Covid, sono stati costretti a mandar giù il boccone amaro servito dalla Regione Lazio che, come ricorda tra gli altri in queste ore il sito de Il Giornale in un lungo ed esaustivo servizio sull’argomento, «ha stipulato un accordo con 15 strutture alberghiere, per tramutarle in ricoveri Covid», destinati a chi, «fosse venuto a contatto con persone contagiate, o per eventuali quarantene che non necessitavano il ricovero in strutture ospedaliere. L’accordo prevedeva vitto e alloggio al costo di circa 45 euro al giorno per persona, tranne per il caso del Marriott Hotel, in zona Monte Mario, dove venivano pagati 110 euro per un accordo preso direttamente con il Policlinico Gemelli».
Gli extracomunitari entrano di nascosto…
Una bomba a orologeria, quella dell’Hotel Capannelle, innescata dal trasferimento e dall’ospitalità di migranti in sede. E ancor più esplosiva se consideriamo che i tanti video registrati dagli abitanti della zona nelle ultime settimane hanno dimostrato che per evitare di essere visti, gli extracomunitari, non vengono più fatti accedere nella struttura dall’ingresso principale dell’Hotel, ma da garage e porte secondarie più nascoste. Tanto che oggi, dopo i numerosi video di denuncia girati e inviati dai cittadini alle autorità locali, con al centro le immagini di tafferugli, disordini e scontri che hanno richiesto il continuo intervento di volanti della Polizia e mezzi dei Vigili del Fuoco anche nel cuore della notte, apprendiamo di un ulteriore denuncia del caso. Quella di cui dà conto il quotidiano diretto da Sallusti con la pubblicazione di una nota diramata dal consigliere comunale Daniele Giannini.
La nota diramata dal consigliere comunale
Una comunicazione in cui, oltre a esortare il consigliere comunale uno stringente: «Basta buonismi, ma rimpatrio immediato per i migranti che, evidentemente non paghi del vitto e alloggio in un hotel a 4 stelle offerto dalla Regione Lazio, stanno letteralmente disturbando con comportamenti incivili la quiete pubblica di numerosissimi cittadini del quartiere Statuario a Roma. I quali sì, stanno scontando la quarantena. Nel denunciare la vergogna, Giannini conclude in merito al fatto di dover ricorrere «a una imponente manifestazione proprio sotto quell’albergo già il 4 maggio se la situazione non si sarà risolta prima».