Di Maio pronto a tradire Conte e i grillini: “Sul Mes si può trattare”
Sconcertante. O forse scontato. A poche ore dal voto di fiducia alla Camera Luigi Di Maio conferma il cambio di rotta sul Mes. Perché – dice il ministro grillino – “questa è la partita della vita per noi. E non è ancora finita. Anzi è appena iniziata”. Si può trattare, insomma. Di Maio allunga i tempi come se l’urgenza non fosse massima. Come se gli italiani potessero ancora aspettare. Del resto i grillini, che dovevano aprire il Parlamento come una scatola di tonno, furono deteterminanti nell’elezione della Ursula von der Leyen alla guida della Ue.
Di Maio si innamora del Mes
Perché l’Europa dovrebbe darci soldi a fondo perduto? La domanda è mal posta, perché infatti non accadrà. Il ministro spiega: “Un finanziamento a fondo perduto” non significa soldi regalati. Significa entrare in un circuito in cui le risorse finanziarie della Commissione vanno comunque restituite. Francia, Spagna e Portogallo sono sulla stessa posizione. Stiamo solo chiedendo una forma concreta di solidarietà”. Come è noto il fondo salva-Stati non è un salvadanaio gratuito. Se l’Italia attingerà dovrà restituire il denaro con gli interessi. Quindi nuovi debiti. Anche per le future generazioni.
Di Maio risponde come un soldato. E difende dal posizione di Conte sul Recovery Fund . “Conte ha ragione. Oggi gli aspetti fondamentali sono due”, dice il ministro degli Esteri. Che ha studiato la lezione. “La quantità di soldi e i tempi dello stanziamento. Soprattutto i tempi, che devono essere certi. L’Italia non può aspettare. Così come non dobbiamo fare l’errore di pensare che siamo usciti dall’emergenza coronavirus. Non dobbiamo pensare di aver già vinto in Europa”. Vinto?
“Colao è un grande manager…”
Tutto bene anche sulla task force, un governo ombra, messo in piedi dal premier. “Colao è un grande manager. Ma come per Draghi, il suo nome viene usato per buttare giù Conte”. Freccia avvelenata diretta agli alleati del Pd. Colao sta supportando il governo nella fase 2, quella più complicata”, dice e se la prende con il dibattito mediatico. “Quale sarà il terzo nome che verrà usato solo per buttare giù Conte?. “Poi un passaggio sul lavoro in nero. “Non è un reato. Ma nessun padre può trovarsi nella condizione di non poter sfamare i figlie”.
“Il 25 aprile dobbiamo pensare ai nostri nonni”
Sul 25 aprile Di Maio se la cava con un po’ di banalità e retorica. “Oggi 25 aprile, dobbiamo recuperare lo spirito dei nostri nonni. Per affrontare questa sorta di guerra”. Oggi è festa di tutto il Paese. “E dovremo saper raccogliere l’impegno, lo spirito e il sacrificio che furono dei nostri nonni. Perché quella che abbiamo di fronte, anche se non è una guerra ne ha le sembianze. E provoca gli stessi effetti”. E dopo il 4 maggio, che succederà? “Mio padre ha 70 anni, mia madre 65. Li inviterò a seguire le regole che stabilirà il governo”. Che nessuno ancora conosce.
Dimaio&Sofà, per mantenere in piedi la ditta se può sempre fa-
Di Maio ha già tradito, un tradimento in più non fa storia. Ora non resta che liberarsi di questo governo.