Coronavirus, la Fondazione Tatarella dona 100 libri ai pazienti in isolamento del Policlinico di Bari

1 Apr 2020 15:36 - di Redazione
Fondazione Tatarella

La Fondazione Tatarella ha deciso di donare 100 libri ai pazienti in isolamento e non in terapia intensiva del Policlinico di Bari, colpiti dal coronavirus. I cento libri, in buono stato e di diverso genere, vogliono essere un piccolo aiuto per sostenere i pazienti. Una buona compagnia  nelle lunghe ore di solitudine, attesa e speranza, senza poter vedere nessuna volto familiare.

La donazione rappresenta anche un ringraziamento a tutti i medici per il lavoro straordinario che stanno svolgendo senza risparmiarsi. La Fondazione Tatarella ha già  aderito con una donazione alla raccolta fondi promossa dalla Regione Puglia per sostenere il sistema sanitario pugliese. Questo è dunque un ulteriore e piccolo segno di vicinanza e sostegno. Che  dal mondo della cultura vuole arrivare a medici, operatori sanitari e ai pazienti a cui è consentito poter leggere. Per sentirsi meno soli.

“Un piccolo gesto per dimostrare solidarietà”, afferma il Presidente della Fondazione Tatarella, Francesco Giubilei. Spiega con queste parole il senso dell’iniziativa: “Siamo consapevoli che si tratta di un piccolo gesto. Ma vuole essere un modo per far sentire la vicinanza e la riconoscenza del mondo della cultura a chi è impegnato in prima linea nel fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Allo stesso tempo vogliamo provare a rendere meno gravoso il ricovero per tutti quei pazienti a cui è concesso di poter leggere”.

“Regalare un libro è un messaggio di speranza. Tutta Italia- continua Giubilei- è orgogliosa dell’attività dei nostri medici e del personale sanitario. E per fortuna non sono mancate donazioni e gesti di solidarietà da parte di aziende e imprenditori. Nel nostro piccolo abbiamo pensato che donare libri possa essere un messaggio di speranza e un’occasione per distrarre la mente in un momento difficile. Per questo motivo sono stati scelti romanzi e raccolte di racconti tra i testi da inviare agli ospedali”.

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