Coronavirus, anche Macron si sveglia: «La Cina nasconde troppe cose che non sappiamo»
Anche Emmanuel Macron si scaglia contro la Cina. «In Cina sono successe cose che non sappiamo. Sulla pandemia non sappiamo ancora tutta la verità». Il presidente francese in un’intervista al Financial Times ha criticato la mancanza di trasparenza in campo di coronavirus. «Ci sono ovviamente cose che sono successe che non sappiamo. Spetta alla Cina dirle».
Macron, Trump e Mike Pompeo sulla pandemia
Parole che si sono aggiunte a quelle del presidente Usa Donald Trump e del segretario di Stato Mike Pompeo. Forti “perplessità” ha espresso anche il ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab. Secondo cui la Cina dovrà rispondere ad alcune “domande difficili” su come sia iniziata la pandemia.
Cina, inchieste di Cnn e Wp
Sulla vicenda la prestigiosa Cnn e il Wp hanno sono pubblicato inchieste che sollevano dubbi. Mercoledì il Washington Post ha affermato che due anni prima che scoppiasse la pandemia diplomatici dell’ambasciata americana a Pechino visitarono diverse volte l’istituto di virologia di Wuhan (Wiv) e rimasero così preoccupati da mandare a Washington due “cablogrammi” (sensibili ma non classificati) ammonendo sulle inadeguate condizioni di sicurezza del laboratorio, che conduceva rischiose ricerche sui pipistrelli.
Cina, la tesi del Wp
L’appello cadde nel vuoto. L’autore dell’articolo del Wp scrive che un alto dirigente dell’amministrazione Usa gli ha riferito che i cable forniscono un ulteriore elemento di prova della possibilità che la pandemia sia frutto di un incidente nel laboratorio di Wuhan. E sostiene che la versione di Pechino che il virus è emerso dal wet market di Wuhan è debole. Cita inoltre ricerche di esperti cinesi su Lancet secondo cui il primo paziente noto di coronavirus, identificato il primo dicembre, non aveva legami col mercato. Così come non li aveva oltre un terzo dei contagiati nel primo grande cluster. Il mercato inoltre non vendeva pipistrelli.
Il servizio della Cnn
Qualche giorno prima c’era stato servizio della Cnn. La Cina frena la pubblicazione di ricerche e studi sulle origini del nuovo coronavirus. La Cnn faceva riferimento ad una direttiva del governo di Pechino diffusa online – e poi rimossa – da due università del paese. Secondo la nuova linea, ogni documento deve essere sottoposto a revisione supplementare prima di essere pubblicato. Gli studi sull’origine del virus verranno esaminati in maniera ulteriore e avranno bisogno del via libera di funzionari del governo centrale. La direttiva, si legge, è stata varata dal Dipartimento di Tecnologia e Scienze del ministero dell’Istruzione e prevede che i “papers” relativi alle origini della pandemia vengano inizialmente esaminati da commissioni accademiche all’interno degli atenei e successivamente inviati al ministero, che provvederà a inoltrare il materiale ad una task force. Solo il via libera di tale organo consentirà di procedere alla pubblicazione degli studi.