Conte spiega la fase 2 alla Camera. E attacca le Regioni: “No a improvvide iniziative dei singoli enti locali”
Nervosismo nell’aria. L’informativa urgente di Conte sulla fase 2 stenta a prendere il via. La seduta alla Camera si apre e viene sospesa quasi subito. Pochi minuti per contsntire al presidente Fico di fare ordine. Dai banchi dell’opposizione si leva il coro “Mascherina”. In polemica con il premier che prende la parola senza la protezione obbligatoria alla Camera. “Lo abbiamo deciso tutti insieme in capigruppo”, spiega a fatica il presidente della Camera. “Se la distanza di sicurezza è rispettata si può parlare senza mascherina. L stesso per i deputati. Che hanno a disposizione il microfono al centro dell’emiciclio. Per parlare in sicurezza senza mascherina”. Prima ancora Maurizio Lupi aveva chiesto che il governo depositasse alla Camera e al Senato il dossier riservato. Che prevede 92 senari possibili post-riapertura. Che i giornali hanno pubblicato ma di cui l’avvocato del popolo non ha informato i parlamentari.
Conte in aula: copia e incolla di domenica
Dopo 9 giorni, il premier torna in aula, come lui stesso precisa. Per illustrare cosa accadrà dopo il 4 maggio. Praticamente un copia e incolla della conferenza stampa di domenica scorsa. Le premesse sono scontate. ” Siamo in un’emergenza che non ha precedenti. Che mette a dura prova tutte le democrazie avanzate”. Poi un accenno alle polemiche durissime di questi giorni. “Il dibattito vivace e anche critico sulle decisioni assunte dimostra la vitalità del nostro sistema democratico”. Qualche brusio.
Cita Platone e Aristotele, silenzio di tomba
Non manca un dotto riferimento filosofico a Platone e Aristotele. A proposito delle variegate interpretazioni scientifiche sulle curve epidemiologiche del covid-19. Conte tira in ballo la differenza tra “doxa” ed “epistème”, opionione e scienza. La riapertura simultanea porterebbe un aumento incontrollato dei contagi. E’ la parola d’ordine dell’intervento. Sì a graduali riaperture no al libera tutti. Conte esibisce il principio di cautela come stella polare.
La fase 2, sulla quale si è molto ironizzato, sarà un “graduale progressivo ritorno alle attività produttive e commerciali. Sarà una fase di convivenza con il virus. E non di liberazione dal virus. Come avremmo sperato”. Dico forte e chiaro – aggiunge – “che il governo non può assicurare il ritorno immediato alla normalità. Ci sono oggi 105 mila casi positivi accertati. Senza conteggiare gli asintomatici. Sarebbe facile e popolare eliminare tutte le restrizioni. Ma noi seguiamo l’interesse nazionale. Nessun Paese ha riaperto tutto insieme. Non possiamo permetterci che gli sforzi compiuti risultino vani. Pdr imprudenze compiute in questa fase così delicata”. Poi ripete i principali fattori di contagio: famiglia, scuola, lavoro, comunità. “I contatti familiari sono quelli di maggior difficoltà nel controllo e da lì viene un quarti dei contagi”.
“No alle improvvide iniziative delle singole Regioni”
Molto duro nei confronti della riapertura a singhiozzo. Conte sferra un attacco livoroso alle Regioni del centrodestra. “Non ci sarà un piano rimesso a iniziative improvvide di singoli enti locali. Ma basato su rilevazioni scientifiche”. Iniziative che comportino misure meno restrittive “non sono possibili. Perché in contrasto con le norme nazionali. Quindi sono da considerarsi illegittime”. Dopo aver ringraziato gli operatori sanitari conferma i test sierologici a maggio. “Si procederà con 150mila test sierologici. Un campione verrà selezionato dall’Istat”. Inevitabile un passaggio sull’app Immuni, alla quale il governo ieri ha dato via libera. “Si prevede che il titolare del trattamento sia il ministero della Salute. E che l’applicazione sia installata su base volontaria. La piattaforma opererà nel nostro territorio nazionale. E sarà scaricata gratuitamente. Si utilizzeranno codici che non permettono di risalire all’identità dell’utente”.
Nuovo decreto da 15 miliardi per le imprese
Sul terreno minato delle misure economiche, Conte annuncia nuovi decreti. Che aumenteranno le cifre del cura-Italia. La prossima manovra sarà lo stanziamento di “15 miliardi per le imprese”. E ci saranno “25 miliardi per il sostegno al lavoro e al reddito. Saranno poi sbloccati 12 miliardi per le Regioni e gli enti locali”. Non lasceremo indietro nessuno, dice con tono solenne. “Una particolare attenzione sarà data al tema della disabilità. Anche dal punto di vista economico”. Un nuovo provvedimento stabilirà iter semplificati per le opere pubbliche. “Bisogna potenziare i benefici fiscali per l’edilizia. Il governo pensa, ad esempio, “a una norma che permetta lavori per efficientamento sismico. Fino allo sconto pressoché totale dei costi sostenuti”. Tutto declinato rigorosamente al futuro. Faremo, studieremo, diremo.