Autocertificazioni, è caos. Solo per spostarsi da una regione all’altra? Niente paura, il Viminale sta lavorando
Autocertificazione sì, autocertificazione no. Non si capisce nulla. Ma questo non è una novità. Neppure l’informativa di Conte alla Camera (copia e incolla della conferenza di domenica) ha sciolto i nodi. La fantomatica fase 2 è irta di incognite. Si potrà uscire dalla regione. Ma per i viaggi vige ancora l’obbligo di autocertificazione. Ma dentro la stessa regione? Pare che non serva più. Il Viminale sta studiando i dettagli, ma finora si rincorrono le notizie più varie.
Moduli e autocertificazioni, è il caos totale
Per potersi spostare da una regione all’altra bisognerà stampare e compilare un nuovo modulo. In cui si auto-dichiara di non essere risultati positivi al Covid-19. E che lo spostamento è dovuto a comprovate esigenze di lavoro. Di assoluta urgenza, situazioni di necessità. O motivi di salute. Ricapitolando, chi dal 4 maggio uscirà dalla propria regione dovrà essere munito di autocertificazione. Non vale il modulo digitale, ma solo quello cartaceo. Evviva il risparmio. Se non si possiede una stampante, niente paura, il modulo sarà fornito dalle forze dell’ordine addette ai controlli. O dallo stesso personale Trenitalia a bordo dei treni a lunga percorrenza. In caso di richiesta il modulo dovrà essere consegnato insieme a una copia del documento.
E per le visite ai parenti? Il nuovo modulo, sembra, sarà praticamente uguale all’ultimo. Ma in uno spazio il cittadino dovrà scrivere che è fuori per una ‘visita al congiunto’. O per fare rientro al proprio domicilio, abitazione o residenza. Va compilato l’indirizzo da cui è cominciato lo spostamento. E quello di destinazione. Specificare che si tratta di una visita a un “congiunto”. E inserire il grado di parentela ma non l’identità. Per la privacy non sarà necessario indicare le generalità dei parenti che si vanno a trovare. Già la privacy. Ma è tutto ancora un’ipotesi. Entro il week end il ministero dell’Interno invierà una circolare ai prefetti. Per fornire le indicazioni che varranno fino al 18 maggio. E per chiarire le ombre del decreto del presidente del Consiglio.
Intanto c’è chi, come Matteo Salvini, propone l’abolizione delle autocertificazioni. “Gli italiani in questi 50 giorni hanno dimostrato di meritare fiducia. Solo il 3% delle persone fermate ai controlli è stata sanzionata. E’ ora di eliminare burocrazia. E liberare le forze dell’ordine da questo impegno perché possano tornare al loro lavoro ordinario”.