Attenzione alla Cina, dopo il virus e la carestia ci attendono nuovi pericoli

11 Apr 2020 11:13 - di Enzo Rivellini
virus
Riceviamo e volentieri pubblichiamo, caro direttore,
Conosco la Cina e il Popolo Cinese perché da Parlamentare Europeo e da Presidente della Delegazione Interparlamentare EU/CHINA dal 2009 al 2014,  ho avuto la possibilità di conoscere il Gigante Asiatico.  La Delegazione è l’organismo Istituzionale composta da Parlamentari Europei e Cinesi che prepara, organizza e migliora le relazioni fra la Cina Popolare e l’Europa.
Decine sono stati gli incontri avuti in Cina e in Italia con i massimi vertici politici europei ed orientali; e decine sono state le missioni, non solo politiche ma anche imprenditoriali, che ho organizzato per agevolare i rapporti fra le due comunità.
Sarebbe lungo elencare tutti gli accordi politici, culturali ed imprenditoriali sottoscritti e da me sollecitati. Ma è giusto rammentare almeno il protocollo fra le Università Napoletane e le Università Cinesi; l’accordo di collaborazione fra gli Ospedali Napoletani e gli Ospedali Cinesi; gli accordi commerciali, in particolare in sanità, che hanno consentito ai nostri imprenditori di lavorare in Cina. E la prima riunione ufficiale fra le Delegazioni di Parlamentari Cinesi ed Europei svolta al di fuori di Brussels, da me organizzata a Napoli nel giugno del 2010. Grazie anche alla fattiva collaborazione dell’allora sindaco Rosa Iervolino e dell’allora Governatore Stefano Caldoro.
Tutto ciò a conferma della mia conoscenza ed amicizia per il Popolo Cinese, degno erede di una tradizione millenaria, e della vicinanza fra il Popolo Italiano e il Popolo Cinese.
Non è un caso che questi due Popoli nel passato, con l’Impero dell’Aquila ad occidente e l’Impero del Dragone ad oriente, hanno civilizzato il Mondo. E non è un caso che gli Italiani, come Matteo Ripa e Marco Polo, siano gli occidentali più amati in Cina. Non è un caso che la prima collaborazione fra Oriente ed Occidente si è realizzata a Napoli, secoli or sono, con il primo Istituto Confucio nel mondo, oggi Università Orientale. E non è un caso che proprio da Napoli e dall’Italia nasce l’esigenza di prevedere la futura “visione del modo” del nostro pianeta.

Verso una dittatura  mondiale?

Capire il “Weltanschauung” che ci aspetta, dopo la pandemia del COVID 19 e la possibile successiva “carestia”, che causerà forse una crisi sociale ed economica senza precedenti, è doveroso per la Politica con la P maiuscola che oggi tanto ci manca. In sintesi ho il timore che la fragilità, sociale ed economica, dei Paesi liberi e democratici, possa essere il viatico ad una “dittatura mondiale” favorendo nazioni che hanno ricchezza e potenza ma pochi vincoli democratici ed umanitari.

L’Occidente e l’Italia cosa faranno per prevenire?

“Guerre” come queste, senza fucili e cannoni, causano lo stesso “morti e feriti”, e sono da temere e da combattere. La Cina è oggettivamente un regime spietato e chi è spietato oggi non sarà certo clemente domani. E le politiche cinesi nei Paesi del terzo mondo, con la razzia ad esempio delle “Terre rare” di quei Popoli, ne sono la dimostrazione. Non credo, come alcuni, che il Covid 19 sia un’arma Cinese per la conquista del mondo. Ma ho il sospetto che il desiderio egemone della Cina e di altre Nazioni  possa causare sofferenze tremende. Con queste premesse l’occidente e l’Italia cosa stanno facendo per prevenire tale evenienza?
La nostra società e il nostro sistema democratico ma rissoso, caotico e debole può opporsi con successo a regimi e situazioni di tale portata? Non credo. Credo invece che sia arrivato il tempo di discutere, per il bene del nostro futuro, di una “nuova società” di un “nuovo sistema” che, in libertà e democrazia, sia forte, coeso e pronto a fronteggiare qualsiasi pericolo.
E’ arrivato forse il tempo di una “Terza via” per l’Italia e per l’Europa, una “TERZA VIA” fra comunismo e sfrenato libero mercato; che non sia basata sull’eterna “guerra di classe” fra impresa e lavoratori, fra ceti sociali poveri e agiati; come sia il marxismo che il liberismo professano. Ma sia fondata sulla possibilità di formare una società che sia “CORPO” unico e non in lotta all’interno di essa. Un sistema così organizzato forse potrà meglio difendersi dagli attacchi cinici di chi vuole sottometterlo.
Non ho la presunzione di conoscere la soluzione a problematiche così complesse e difficili. Ma spero che questo mio modesto contributo possa essere l’inizio di una nuova coscienza e provocare una discussione, con personaggi più autorevoli di me, sui pericoli che ci aspettano dopo la “pandemia”

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