Ue e virus, l’allarme di Stefania Craxi: «Sul Mes “rischio ottusità” del solito fronte del rigore»
C’è poco da stare allegri in attesa della riunione di domani a Bruxelles sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. L’emergenza coronavirus che sta precipitando molte economie, quella italiana certamente, in una condizione di guerra, non apre brecce nel muro del rigore eretto dagli Stati del nord-Europa. Ne è convinta la senatrice Stefania Craxi, per la quale «le indiscrezioni che filtrano in vista dell’Eurogruppo di domani sembrano confermare l’ottusità del solito fronte del rigore». Toni duri, come si vede. Ma di certo tutt’altro che sproporzionati rispetto alla gravissima situazione che vive l’Europa. I blocchi che domani si fronteggeranno a Bruxelles vedono da un lato i Paesi latino-mediterranei – Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Grecia – e, dall’altro quello raccolto intorno a Germania, Olanda e Finlandia.
I Paesi del Nord hanno in mente “cure alla greca” per l’Italia
I primi chiedono di europeizzare la crisi, i secondi no perché temono il “contagio” di economie meno virtuose. Da qui, la volontà di non far discostare la Ue dalla linea del rigore. «Se così fosse – incalza la Craxi – potremmo da subito intonare il de profundis di ciò che resta dell’Unione. Il Mes – aggiunge – come novello “cavallo di Troia” è un rischio da evitare». A preoccupare la senatrice forzista hanno contribuito le dichiarazioni del ministro delle finanze olandese, subito condivise in Germania. Tutto lascia quindi pensare, insinua la Craxi che «nel fronte del Nord vi sia la contrarietà ad un utilizzo “senza condizionalità” del Mes». Sarebbe la classica occasione sprecata, dal momento che «le sue risorse» potrebbero rappresentare «una grande opportunità».
La Craxi: «E si dicono pure europeisti»
Il sospetto, invece, è che il fronte del Nord non intenda impiegarle al solo scopo di «mettere sotto protettorato alcuni Paesi, tra cui l’Italia, per poi strangolarli con “cure alla greca“». Il rischio è reale. Allo stato, infatti, l’unico intervento diretto è quello annunciato dalla Bce: 750 miliardi per l’intera eurozona. «Significa poco più di 100 miliardi per l’Italia – ricorda la Craxi – che dovrà allocare nei prossimi mesi oltre 400 miliardi di titoli». Una goccia nell’oceano. In realtà, oltre allo stop al Patto di Stabilità, servirebbe una terapia choc per prevenire un’emergenza economico-sociale che s’annuncia senza precedenti. La Craxi ci crede poco: «C’è chi pensa di speculare sulla tragedia – conclude -. E si dicono pure europeisti…».
Se questa è l’europa della solidarietà dopo un evento eccezionale come questo che cazzo ci stiamo ancora a fare dentro, dobbiamo fare come l’Inghilterra uscirne il più presto possibile prima che ci facciano fare la fine della Grecia con la complicità della sinistra tutta. Spero vivamente che alle prossime elezioni gli Italiani se ne ricordino.