Supervirus polmonare creato da pipilstrelli e topi: qualcuno s’interroghi su ciò che accade in Cina

26 Mar 2020 9:25 - di Maurizio Gasparri
supervirus polmonare

Un supervirus polmonare creato in laboratorio da pipistrelli e topi. È quello che avrebbero realizzato dei ricercatori cinesi per motivi di studio. Di tesi complottistiche se ne sono sentite tante in questi giorni. Alcune talmente surreali che diventa superfluo perfino smontarle. Sta però circolando un servizio tratto dalla trasmissione del TgR Rai “Leonardo”, che spiega l’esperimento di innesto di una proteina presa da questi animali sul virus della Sars, la polmonite acuta. Ne è uscito un supervirus polmonare che potrebbe colpire l’uomo e che già nel 2015, anno della messa in onda del servizio, aveva messo in allarme il mondo scientifico internazionale.

Supervirus polmonare, troppe le cose non dette

I vertici Rai hanno riconosciuto la paternità del servizio, che dimostra senza ombra di dubbio come i cinesi avessero attuato esperimenti dagli esiti ignoti. Certo, esperti e virologi oggi si sono premurati di dire che quel tipo di virus non è lo stesso che sta decimando la popolazione mondiale. Ma alla luce di quello che stiamo vivendo e fatte le opportune verifiche, non sarebbe il caso di fare più chiarezza su quanto accade in Cina? Troppe cose non dette, troppa opacità nella gestione di questa emergenza che dovrebbero comunque richiamare Xi Jinping alle sue responsabilità.

I dubbi e le domande sono tante

La comunità internazionale deve svegliarsi. L’America all’epoca aveva interrotto i finanziamenti di quegli esperimenti perché ne temeva la portata. Ma poi, i cinesi sono andati avanti? Nessun complotto, ma con questo modo di agire l’ipotesi che alla base della tragedia covid-19 vi siano esperimenti finisce con l’auto alimentarsi. I dubbi e le domande sono tante. Vale la pena, solo per motivi di studio, creare una bomba atomica virale mettendo a rischio la vita di milioni di persone solo per poterla esaminare? Anche la ricerca deve avere i suoi confini nella valutazione dei costi e dei benefici. E questo deve interessare tutti, anche la Cina che non può creare potenziali armi di distruzioni di massa permettendo che sfuggano dal controllo dei laboratori.  Forse è ora che si dica la verità. Cosa che da sempre nascondono, usando una abietta dittatura come strumento di oppressione del proprio popolo e di aggressione nei confronti del pianeta.

Commenti

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  • roberto 27 Marzo 2020

    I Dubbi sono doverosi e legittimi, ma tutti quelli che dovrebbero farsene cassa di risonanza o portavoce nelle Sedi appropriate sono servi o utili idioti della politica cinese in Europa e particolarmente in Italia…
    L’unica azione possibile per chi dissente da questa politica di indulgente asservimento sarebbe non comprare merci cinesi (cosa pressoché impossibile).
    All’uopo FdI potrebbe formulare una proposta di Legge che indicassero FORTE EVIDENZA (sulla falsa riga di carni, verdure e frutta) l’esatta origine dI TUTTI i prodotti.
    Buon Lavoro e Viva l’ ITALIA

  • FAUSTO 27 Marzo 2020

    SORGE IL DUBBIO CHE LA RICERCA DI UN VIRUS TIPO COVID 19 LA CINA VOLESSE RIDURRE LA SUPERIORITA’ DEL MONDO OCCIDENTALE AGENDO SULL’ECONOMIA CON UNA POTENZA TERRIBILE E AD EFFETTI IMMEDIATI, DI LUNGA DURATA. UN’ARMA BATTERIOLOGICA AL POSTO DI UNA BOMBA ATOMICA.

  • federico 27 Marzo 2020

    Facciamo il processo ai 68ini di tutto il mondo che adoravano Mao, la Cina ed il suo regime e che poi diventati grandi hanno regalato alla Cina secoli, quando non millenni, di tecnologia, oltre che una montagna di soldi, chiuse le produzioni nell’Occidente e pure in Giappone e Corea.