Rebibbia e Regina Coeli in rivolta. Si teme l’evasione di massa. Salvini: “Serve il pugno di ferro”

9 Mar 2020 14:55 - di Redazione
rebibbia

Forse si giocano la partita per la libertà. Arriva anche Rebibbia  e Regina Coeli, nel cuore di Roma, la rivolta delle carceri che sta infiammando l’italia. Sbarca nella capitale la ribellione dei detenuti scoppiata in seguito alla stretta nei colloqui decisa dalle nuove norme sul coronavirus.

Rebibbia, è rivolta. Si teme evasione

I mezzi della Polizia penitenziaria stanno sfrecciando in questo momento in direzione del carcere romano, dove i detenuti hanno iniziato a battere i ferri al reparto G11,  nuovo complesso dell’istituto penitenziario. Si teme un tentativo di evasione.

Sul posto decine di gazzelle e volanti della polizia. Alcuni detenuti sarebbero riusciti a uscire dalle loro celle: non è noto al momento se si trovino ancora all’interno del carcere o siano evasi. La situazione è convulsa e le notizie arrivano a singhiozzo e ancora tutte da verificare. Proteste con incendi e battiture anche a Regina Coeli dove è suonato l’allarme ed è stato richiamato in servizio tutto il personale della polizia penitenziaria. Elicotteri delle forze dell’ordine sorvolano le due zone, in centro e sulla via Tiburtina, mentre i vigili del fuoco sono intervenuti per spegnere i roghi appiccati dai detenuti.

Intanto dalla politica arriva la solidarietà agli agenti penitenziari. Qualcuno invece ipotizza l’indulto come soluzione di emergenza di fronte all’allarme rosso.

A Foggia la situazione sembra fuori controllo. “Evasione drammatica al carcere di Foggia. Negozi chiusi e panico nelle strade, interviene l’esercito. Rivolte dei detenuti, evasioni, morti e feriti in diverse carceri italiane. Occorre il pugno di ferro, subito: chiusura di tutte le celle, sospensione di uscite e passeggiate, e chi sbaglia paga doppio”. Così Matteo Salvini, sui suoi canali social, postando un audio di quanto avviene a Foggia. “Il mio abbraccio alle donne e agli uomini della Penitenziaria che, spesso lasciati soli, rischiano la vita per proteggere noi e la legge.”

Commenti

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  • mauro porro 9 Marzo 2020

    chi sta scontando una pena detentiva per la prima volta ed ha ancora uno o due anni da scontare ritengo sia possibile trasferirlo agli arresti domiciliari ma chi è un pluri pregiudicato con svariate condanne alle spalle non può essere rimesso in libertà e i video e gli audio che arrivano testimoniano la pericolosità di queste persone che hanno smarrito la retta via facendo del crimine la loro professione