Rampelli critica il presidente del Mes: non può parlare come se avesse un ruolo politico
Occorrerebbero tra uno e tre anni per istituire una nuova istituzione europea in grado di emettere i cosiddetti Coronabond. Qualsiasi ulteriore emissione di debito congiunto dovrebbe a breve termine derivare da meccanismi esistenti. E’ l’opinione del direttore del fondo di salvataggio della zona euro (Mes), Klaus Regling che, mentre sale la pressione di un buon numero di governi dell’area della moneta unica per emettere tale nuovo strumento per affrontare l’emergenza economica in atto rileva, in un’intervista al Financial Times, che le istituzioni europee hanno già emesso più di 800 miliardi di euro debito collettivo in totale, aggiungendo che potrebbero raccogliere ancora di più se necessario.
Desta sorpresa l’intervista che il presidente del Mes, caso curioso della stessa nazionalità di Frau Merkel, ha rilasciato al Financial Time: questo il parere di fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.
“Il suo – continua Rampelli riferendosi a Regling – è un ruolo tecnico e non politico, delicato, perfino rischioso, e quindi dovrebbe essere vincolato alla riservatezza. I vertici del Mes devono tacere, sono esecutori di un mandato non sono eletti da nessuno e rappresentano solo se stessi.
Le dichiarazioni rilasciate da Reglingt tuttavia tradiscono tutti i limiti dell’Ue. L’attivazione del Mes infatti può funzionare per crisi stratificate e pluriennali, mentre risulta totalmente intempestivo e quindi inefficace per quelle crisi improvvise che hanno bisogno di interventi immediati. È il caso dell’attuale pandemia da coronavirus”.
“Pensare di poterla affrontare con le condizionalità e la farraginosità del Mes – conclude – è offensivo oltreché ridicolo. L’Ue deve dotarsi di strumenti straordinari per consentire risposte efficaci e dimostrare di essere un organismo vitale e solidale. Ma in nessun caso il presidente del Mes può avere una visibilità pubblica. Anche se è tedesco ed è gradito alla Germania, non è Angela Merkel”.