Nuova scoperta: non solo i pipistrelli sono serbatoi del coronavirus, nei pangolini c’è un virus simile

27 Mar 2020 11:42 - di Redazione
pangolini

I coronavirus in un piccolo numero di pangolini introdotti clandestinamente in Cina. Un nuovo allarme. Hanno mostrato di essere strettamente correlati al coronavirus Sars-CoV-2. Lo riporta un articolo pubblicato su “Nature”. Il grado di somiglianza non è sufficiente per suggerire che i pangolini siano gli ospiti intermedi direttamente coinvolti nell’attuale epidemia di Sars-CoV-2. Tuttavia, i risultati suggeriscono che i piccoli animali sono un secondo ospite di coronavirus nei mammiferi. E che la loro vendita nei mercati della fauna selvatica dovrebbe essere severamente vietata per ridurre al minimo il rischio di future trasmissioni di virus all’uomo.

I  pangolini sono utilizzati in Cina

Sebbene l’evidenza suggerisca che i pipistrelli siano il più probabile serbatoio di Sars-CoV-2, rimane sconosciuta l’identità degli ospiti intermedi. Loro potrebbero aver facilitato il trasferimento del virus all’uomo. Il mercato cinese è stato chiuso poco dopo l’inizio dell’epidemia, il che ha impedito la ricerca delle specie animali potenziale fonte di infezione. Le ipotesi si sono rivolte ai pangolini, che sono i mammiferi più comunemente trafficati illegalmente e sono utilizzati in Cina sia come cibo che nella medicina tradizionale.

Lo studio dell’Università di Hong Kong

Yi Guan e colleghi dell’Università di Hong Kong, della Shantou University e della Guangxi Medical University hanno analizzato campioni prelevati da 18 pangolini malesi provenienti da operazioni anti-contrabbando nella Cina meridionale tra agosto 2017 e gennaio 2018. Hanno rilevato coronavirus correlati alla Sars-CoV-2 in 5 di questi animali. Hanno inoltre rilevato coronavirus simili in 3 su 12 altri animali sequestrati in una seconda provincia nel 2018 e in un animale individuato in una terza provincia da cui è stato raccolto un campione nel 2019.

La somiglianza si sequenza

I virus isolati da questi campioni hanno una somiglianza di sequenza di circa 85 -92% rispetto a Sars-CoV-2. Tuttavia, tutti i coronavirus dei pangolini identificati fino ad oggi mancano di una specifica alterazione nelle loro sequenze che si osserva in Sars-CoV-2 umano, il che pone incertezza sul loro ruolo nella trasmissione del nuovo coronavirus nell’uomo.

Ulteriore monitoraggio sui pangolini

I pangolini sono gli unici mammiferi diversi dai pipistrelli che, secondo le verifiche, possono essere infettati da un coronavirus correlato a Sars-CoV-2. Questi risultati evidenziano un ruolo potenzialmente importante di questi animali nell’ecologia dei coronavirus, ma non implicano direttamente un loro ruolo nella trasmissione di Sars-CoV-2 all’uomo. Gli autori suggeriscono che è necessario un ulteriore monitoraggio dei pangolini per comprendere il loro ruolo nell’emergere di coronavirus in grado di infettare l’uomo.

Commenti

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  • Menono Incariola 27 Marzo 2020

    Ora e’ partita una cortina fumogena per intorbidare le acque e far dimenticare le prime, e probabilmente vere, informazioni che, anche da parte di centri di ricerca inglesi e canadesi, e di rilevanti ricercatori, denuciavano APERTAMENTE la natura CHIMERICA del virus, incrociandola con le osservazioni circa la maggiore aggredibilita’ del tessuto polmonare dei MASCHI DI RAZZA GIALLA, per chiudere il cerchio. L’insieme di tutte queste EVIDENZE porta direttamente alla conclusione che E’ IN ATTO LA TERZA GUERRA MONDIALE, FRA CINA ED USA, sembra siano stati gli USA a cominciare, ma non credo che la Cina stara’ ferma. Noi, nel mezzo, “godremo” delle pandemie scatenate dagli uni e dagli altri. E questo magari spiega perche’, finito un contagio, ne parte un altro.

  • Francesco Zoppi 27 Marzo 2020

    Ce lo avevano già detto, anzi il pangolino aveva preso il posto del pipistrello negli speach di alcuni virologi e/o infettivologi.