La rabbia degli scienziati contro Renzi: “Una follia riaprire tutto adesso”
Matteo Renzi lo aveva detto, a chiare lettere, nell’intervista di questa mattina all’Avvenire. “Riapriamo subito tutto, scuole e fabbriche”. Lo ha ripetuto in mattinata, provando a frenare un poco, dopo la bufera che aveva scatenato. Ma dalla scienza è arrivato un coro di no.
“Non possiamo restate fermi”
“È chiaro che non possiamo stare chiusi in casa per tutto questo tempo. Dobbiamo ripartire. Piano piano ma
ripartire. Gradualmente, a macchia di leopardo”. Il leader di Italia Viva ha proseguito così. “Ma siccome non avremo la normalità di prima per due anni, dovremo inventarci una nuova normalità. Dovremo abituarci a fare i controlli della febbre per andare al supermercato e a scuola o – un domani – al cinema e a teatro. Dovremo gestire con cura la tecnologia e la privacy. Dovremo cambiare la vita nelle fabbriche e negli uffici. Ma se non ripartiamo
ora moriremo di fame, non di Covid”. Il messaggio è arrivato sulla ‘E-news’ di Renzi. “E dunque -avverte il leader di Iv- se non ripartiamo adesso, l’Italia uscirà a brandelli da questa crisi. Ecco perché dico: gradualmente riapriamo. Tuttavia non siamo robot. E questo post mi fa pensare a quanto sia grande e terribile la vicenda umana che stiamo vivendo”.
La proposta Renzi bocciata dagli scienziati
“Dobbiamo cominciare a pensare a una ripresa delle nostre vite: non possiamo pensare di stare in casa
al fine di rimanere in casa per sempre. Però in questo momento la situazione è ancora talmente grave da rendere irrealistico qualunque progetto di riapertura a breve”. Cosi il virologo Roberto Burioni (nella foto) ha commentato su twitter la proposta di Matteo Renzi, leader di Iv, di riaprire le fabbriche prima di Pasqua e la scuola il 4 maggio “Pensare di riaprire le scuole è prematuro. E’ giusto pensare al futuro ma serve molta attenzione”.
Ed ancora, il no è arrivato dal virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco. “Dovremmo convivere con il fatto che pandemie come questa possono anche tornare, è accaduto con la Spagnola. Questo virus non ce lo toglieremo dai piedi velocemente, Ma in questa fase è necessario agire per poter arginare la dimensione di morti che c’è stata in Lombardia”.
Infine, l’epidemiolgo Pierluigi Lopalco, dell’università di Pisa e presidente del Patto trasversale per la Scienza (Pts). “Pensare di riaprire le scuole il 4 maggio è una follia e fare proclami in questo momento è sbagliato”.
“Dobbiamo essere cauti e dare illusioni se non abbiamo dati – rimarca Lopalco – . Oggi abbiamo solo una flebile speranza in Lombardia ma ad esempio a Milano la situazione non è ancora sotto controllo. Come facciamo a riaprire le scuole se non lo abbiamo certezze. Non diamo false aspettavi e speranze”.